Scrivo pubblicamente al consigliere comunale Alfio Virgolini e lo faccio senza giri di parole, come mi è solito fare, nella speranza che l’invito rivoltogli venga inteso per quello che è: un invito, per l’appunto, e nulla di più.
Abbiamo tutti letto le tue parole, caro Alfio. La lettera che hai scritto al sindaco è stata letta da molti osservatori politici, da numerosi giornalisti e da altrettanti cittadini come il tentativo di offrire una stampella ad un sindaco della città che in molti non hanno nemmeno mai visto per strada, all’indomani del voto amministrativo di maggio 2012. Un voto amministrativo in cui tu hai ricoperto un ruolo determinante all’interno di una precisa coalizione politica di centrodestra contrapposta a Mauro Mangano, da candidato capolista del tuo movimento politico creato a ridosso del voto, che rappresenti personalmente già da quasi due anni in Consiglio Comunale. Sei stato assessore per tre anni della giunta del Popolo della Libertà guidata da Pippo Failla prima in quota Mpa, e poi da “tecnico”, una volta uscito ufficialmente il tuo partito dalla compagine di governo.
Questa parola, “tecnico”, è abusata da molti. Ed in realtà è giusta solo quando una determinata personalità pescata dalla società civile, non politica, venga chiamata a ricoprire un incarico pubblico in sostituzione di una personalità politica, per l’appunto, in un momento di grave condizione. Di fatto, tu non sei un tecnico caro Alfio. Tu sei un politico a tutti gli effetti, uomo di partito da più di trent’anni, da venticinque candidato ed eletto in assise civica a Paternò. Nessuno crederà mai alla storia del tecnico al servizio della Patria. La verità è che dobbiamo tutti renderci conto che siamo dinanzi ad una offerta politica che aveva promesso un cambiamento radicale ancora prima di andare a votare, ed invece non solo non ha mantenuto le promesse, ma ha riportato amministrativamente parlando la città indietro di almeno vent’anni, coinvolgendo in giunta amici che furono assessori con Graziella Ligresti (anche Mauro Mangano lo fu), e mettendo in campo un’azione politica tra le più deludenti e disastrose della storia di questa città, con un sindaco che non risponde nemmeno al telefono. Siamo alla follia.
Non è possibile leggere, dopo una fase del genere, un appello alla collaborazione da parte tua, caro Alfio. Né da parte tua né da parte di nessun altro che sia stato eletto dai cittadini in una precisa compagine. Essendo fatta salva l’autonomia di chicchessìa, ci mancherebbe, in moltissimi si chiedono che fine abbia fatto la considerazione che voi per primi avevate di queste donne e uomini del finto cambiamento. Tu stesso, caro Alfio, qualche mese fa pubblicasti dei volantini che furono distribuiti in tutta la città. Te la prendevi col sindaco, mentre oggi offri su un piatto d’argento la tua “personale collaborazione” per sviluppare insieme “idee innovative”. Cosa significa? Come lo spieghiamo ai cittadini un passaggio del genere? Sono loro i primi ai quali dobbiamo portare rispetto. Chi ti ha votato lo ha fatto perché fossi opposizione di questo sindaco, non perché auspicassi una qualsiasi collaborazione o perchè magari fossi chiamato ad essere suo assessore all’indomani di un eventuale rimpasto. Al di la dei tecnicismi e delle questioni di metodo che forse non sono state del tutto giuste, nel proporre la bozza di sfiducia a questo sindaco, l’opposizione compatta farebbe bene ad organizzarsi e ad adottare una linea univoca, seria, convincente, aperta ed onesta prima di tutto con la città.
Andrea Di Bella