di Andrea Di Bella
Gli ultimi giorni d’agosto a Paternò si sono caratterizzati per una polemica montata a seguito di un articolo pubblicato dal giornale locale 95047.it. Si parla della casa editrice Lonely Planet e di una recensione pubblicata dalla relativa guida turistica alla voce “Paternò”. Ebbene, nella guida turistica si parla di Paternò come una città “Non particolarmente interessante”. E del Castello Normanno, posto sulla collina storica, se ne parla così: “Più che l’edificio in sé, colpisce la vista sull’Etna”. L’amico e collega Anthony Distefano commenta così: “Non la vogliamo menare con fiumi di sterile morale”, e poi “Quel paragrafo dedicato alla città di Paternò è fortemente denigratorio e quantomai penalizzante, anche perchè non corrisponde a verità. Siamo indignati. Chiediamo ad amministrazione comunale e Pro loco, che istituzionalmente e sotto il profilo turistico rappresentano la città, di scrivere una richiesta di rettifica. E va bene che siamo quello che siamo, ma quelle parole sono una crocifissione che non meritiamo”.
Appunto. Smettiamola con questa velata ipocrisia galoppante, ad ogni minima occasione utile. La guida turistica della Lonely Planet parla di Paternò descrivendola come una città “non particolarmente interessante”? E quindi? Dove sarebbe la bugia? Chi sarebbe pronto a dire che questa città è attualmente nelle condizioni per poter essere definita una città interessante, da vivere, da desiderare? Quale turista farebbe i complimenti al nostro territorio? A conferma di quanto detto, nei giorni scorsi la stessa testata 95047 ha pubblicato la testimonianza di una turista che passando da Paternò ne ha dette peste e corna, tracciandone un profilo incredibilmente negativo e allo stesso tempo assolutamente veritiero. Esiste un campanilismo giustificabile, che è per esempio quello relativo alla battaglia in difesa dell’ospedale. Esiste poi un campanilismo di maniera, di circostanza, quasi forzato, che non rende affatto un servizio positivo alla città, e che anzi ne esaspera gli animi.
E al commento al Castello Normanno, cosa rispondere? Quanti paternesi hanno visitato di recente il bene monumentale? Chi è pronto a dire di aver visitato questa grande attrazione turistica nell’ultimo mese? O nell’ultimo anno? O negli ultimi cinque anni? Provate a recarvi domattina sulla Collina Storica: troverete le porte del castello quasi sicuramente chiuse. Negli ultimi anni non è stato dato a nessuno modo di capire come funzioni: se serve prenotare, se l’ingresso è a pagamento, se esistono degli orari, se esistono dei guardiani comunali e se esistono dei turni da rispettare. Nessuno sa niente, e vorremmo anche che una delle più autorevoli riviste specializzate parli bene del nostro castello? Al contrario, dovremmo tutti dare un merito a Lonely Planet per l’attendibilità delle informazioni contenute nella guida turistica. E ad Anthony Distefano dico che meritiamo esattamente ciò che è stato pubblicato nella guida turistica in questione. Ed anzi, quale appello all’amministrazione? A chi amministra bisognerebbe rivolgere ben altri appelli: se una città è male amministrata, ed è anche priva di programmazione culturale ed economica, risulta ovvio che le sue meravigliose risorse (risorse di cui siamo consapevoli e che nessuno nega), fanno fatica ad emergere e ad essere valorizzate. Di conseguenza, anche le guide turistiche registrano straordinarie negatività che emergono da una gestione pessima della città, e ne danno conto in ultima istanza ai propri lettori con fedeltà. I paternesi che amano la città saranno certamente delusi da tutto questo, ma dire che la città è complessivamente “poco interessante” rispecchia in tutto e per tutto una verità incontrovertibile. Facciamocene una ragione e smettiamola coi finti moralismi.