Per chiarire cosa pensi ha ritirato fuori il più abusato tra i vecchi adagi: «Meglio soli che male accompagnati…». Silvio Berlusconi non chiama mai Denis Verdini e i suoi fedelissimi per nome, ma a chi si riferisse ieri, nel corso del suo intervento telefonico alla Festa d’ Estate dei club Forza Silvio, è stato chiaro a tutti: «Noi non facciamo politica per nostro tornaconto… I nomi li sapete tutti, con noi sono saliti come su un taxi tanti professionisti e mestieranti della politica». A tre giorni dallo strappo annunciato dall’ ex coordinatore Pdl, l’ uomo dei dossier difficili, il Cavaliere fa pressione perchè chi vuole andarsene cambi idea: «Dopo queste partenze, Fi si è rafforzata», ha assicurato ai suoi “fan” riuniti a Moncalieri, in Piemonte.
L’ ex premier è convinto da settimane, dopo avere letto alcuni focus, che in crisi non è solo la politica, ma, soprattutto, la “figura del politico” e, per questa ragione, ripete ogni volta che può di essere «una cosa diversa» e di realizzare un «movimento» composto di non politici. I suoi strali contro «i politici» hanno lasciato basiti i senatori che ha incontrato a cena giovedì, di professione “politici”, appunto. La nuova creatura cui sta lavorando si chiamerà L’ Altra Italia e sarà lanciata a fine settembre. In quell’ occasione l’ ex premier intende tornare al centro della scena, cominciare quella che si annuncia una lunga campagna in vista delle Amministrative 2016: «Al centrodestra manca Berlusconi e si sente la sua mancanza: “via la gatta” succede il disastro.Questo ha portato divisioni, separazioni e partenze», ha aggiunto, parlando di sè in terza persona. Ma l’ “assenza” si sta per concludere: «A settembre tornerò in tv e torneremo a quel minimo del 20% che è stato il nostro peggior risultato». Il Cavaliere tornerà ad occuparsi direttamente del partito. «Tavolo candidature 2013: Verdini, Alfano, Cicchitto, Schifani, Bondi decidevano nomi. Tutti andati via. Berlusconi mediti», gli segnala Maurizio Gasparri.
La “rimontina” che ha in mente l’ ex premier è quella che servirà a trattare in una posizione di forza con i futuri alleati, specie Lega e Fdi, ma anche col leader Pd, cui potrebbero non bastare i voti di Verdini e dei suoi. «Sono 32 i senatori eletti col centrodestra che hanno tradito il mandato e sono diventati stampella del governo di sinistra», accusa l’ ex premier. Il leader di Fi manda una stoccata anche a Matteo Salvini, cui vuole riprendere molti voti “ceduti” alle Regionali: «Il problema di 140mila nomadi, che hanno cittadinanza italiana e che vivono nei campi, non si può risolvere solo a colpi di ruspa», gli ha mandato a dire.
Verdini potrà contare su una decina di senatori; sicuri il socialista Lucio Barani, l’ ex cosentiniano Vincenzo D’ Anna e Antonio Scavone, in bilico Giuseppe Compagnone, mentre due fittiani potrebbero fare il contro-salto. Quello che è sicuro è che l’ altro ex coordinatore Pdl, il senatore Sandro Bondi, che da mesi si è smarcato da Fi con la senatrice-compagna Manuela Repetti, non è minimamente interessato ad essere della partita: «Andare in soccorso del gruppo? Assolutamente no», fanno sapere. Mercoledì il gruppo di Azione liberale. Non c’ è Bondi Berlusconi carico: «Non basta la ruspa contro i nomadi. Più forti senza mestieranti, a settembre torno in tv»Il Cav studia la rimonta contro Salvini
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