Sicilia. Il Governo paga 500milioni a Crocetta e i sindaci restano a secco

Sharing is caring!

Crocetta1Il 27 luglio il governo aveva destinato alla Sicilia 500 milioni (facendo infuriare il governatore veneto Luca Zaia), ora si scopre che i sindaci dei comuni siciliani di questi soldi extra non hanno visto un euro. «L’emergenza finanziaria dei comuni si sta aggravando ogni giorno di più», è sbottato ieri il sindaco di Palermo Leoluca Orlando che è anche presidente dell’AnciSicilia, l’associazione dei sindaci dell’isola. Secondo lui «molte amministrazioni, per mancanza di liquidità, non sono nelle condizioni di pagare gli stipendi ai dipendenti e di assicurare i servizi essenziali ai cittadini. I comuni siciliani rischiano il collasso a causa del mancato trasferimento delle risorse regionali».

Per il il presidente di AnciSicilia non si può più far finta di niente e attendere: «Non possiamo non sottolineare con molta preoccupazione, malgrado il positivo incontro della scorsa settimana con l’assessore Alessandro Baccei, che i 390 comuni siciliani non hanno ancora ricevuto un euro né del fondo ordinario né di quello capitale e che le prospettive non lasciano presagire novità positive». «Ribadiamo da mesi nei nostri documenti e nelle nostre assemblee» – e qui sferra l’attacco a Crocetta, – «che lo stato di calamità istituzionale in cui si trova la Regione siciliana sta mettendo fortemente a rischio l’esistenza in vita dei nostri Comuni e che gli amministratori siciliani rischiano, tutti i giorni, la propria incolumità personale a causa delle ripercussioni sociali che questa gravissima situazione finanziaria crea». Suona strano che Crocetta abbia fatto fuoco e fiamme per reclamare i quattrini a Roma, e ora li trattenga in barba ai comuni. Buona parte dei soldi sbloccati a fine luglio dal Parlamento nazionale sono frutto di tasse pagate da imprese che lavorano in Sicilia. Il decreto enti locali approvato non senza polemiche proprio per questi fondi elargiti alla Sicilia, prevede che ben 200 milioni tornino all’isola «come riconoscimento delle mancate entrate Irpef; 100 per l’attribuzione delle quote Irpef alla Sicilia da parte delle imprese che operano e hanno impianti nel territorio; 150 per spalmare in sette anni, invece che tre in 3, il disavanzo maturato a fine 2014; 50 scaturiscono invece da ulteriori efficienze sul bilancio».

Libero Quotidiano

Leave a Reply

Submit Comment
*