Angelino Alfano è stato chiaro: le unioni civili sono un tema parlamentare e comunque vada a finire il governo non è a rischio. Traduzione: Renzi e il Pd possono anche approvare la legge più gay-friendly del mondo e l’Ncd resterà in maggioranza. In Transatlantico si spreacano le battute su quanto il ministro dell’Interno sia attaccato alla poltrona, forse (anche senza forse) preoccupato che con nuove elezioni finisca come Gianfranco Fini e il suo Fli, senza alcun seggio e perfino sotto lo 0,5%. Il problema per Alfano è che non tutti nell’Ncd la pensano come lui. Stando alle indiscrezioni raccolte da Affaritaliani.it, ci sarebbero circa 15 deputati e una decina di senatori pronti a lasciare il numero del Viminale, troppo schiacciato sul premier, per tentare di costruire una nuova coalizione di Centrodestra, consapevoli che quando si arriverà al voto, che sia l’anno prossimo o nel 2017-2018, il Pd chiuderà le porte nonostante la fedeltà assoluta all’esecutivo guidato dall’ex sindaco di Firenze. In particolare sei senatori Ncd potrebbero presto entrare nel nuovo gruppo Conservatori e Riformisti di Raffaele Fitto, tre starebbero guardando aNoiConSalvini (la formazione del Centro-Sud della Lega) e uno a Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale.