In questi giorni a Paternò si è celebrato il 50° anniversario di fondazione del Club delle Madri Cristiane, una realtà unica nel suo genere. Il 6 maggio del 1965, per un’intuizione spirituale e lo zelo pastorale di un sacerdote, don Andrea Viscuso, si costituì un gruppo di 12 mamme cristiane che a poco a poco aumentarono sino ad essere oggi un centinaio che, attraverso incontri di formazione, di preghiera e di aggregazione fraterna, crescono nella fede e nella comunione. Una esperienza che già cinquant’anni fa voleva mettere in evidenza la dignità della donna e il suo ruolo di sposa e madre, non solo nella Chiesa, ma anche nella società. Essere donna significa, secondo quanto ci dice la Scrittura, essere di aiuto, di sostegno, di completamento dell’umanità, e la missione di sposa e madre è un servizio per la sua umanizzazione. Non è un caso che dove ci sono le donne difficilmente ci sono guerre, violenze, corruzione, e quanto di più negativo l’essere umano sa esprimere, ma al contrario la donna è strumento di pacificazione, di armonizzazione, di comunione, di gentilizzazione e di umanizzazione. Il Beato Papa Paolo VI a conclusione sempre cinquant’anni fa del Concilio Vaticano II, ebbe a dire: «Viene l’ora, l’ora è venuta, in cui la vocazione della donna si svolge con pienezza, l’ora in cui la donna acquista nella società un’influenza, un irradiamento, un potere finora mai raggiunto. È per questo che, in un momento in cui l’umanità conosce una così profonda trasformazione, le donne illuminate dallo spirito evangelico possono tanto operare per aiutare l’umanità a non decadere». Sono passati tanti anni ma bisogna amaramente costatare che quest’ora della donna non è ancora arrivata se essa ancora oggi non è valorizzata e remunerizzata nel campo lavorativo a parità dell’uomo; se gli si impedisce di accedere a cariche pubbliche di responsabilità; se non viene riconosciuto il suo lavoro a casa; se non viene aiutata nel suo ruolo di madre; se continua a subire violenza; se le donne continuano ad essere uccise. Occorre un’educazione del maschio al rispetto della donna e un impegno della società e della Chiesa nel valorizzare i suoi carismi per il bene di tutti. Ne guadagnerà certamente il mondo intero.
Padre Salvatore Alì