SEGNI DEI TEMPI – La bellezza come valore di vita

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3GGiovani - il mistero inesauribile che genera lo stupore

In questa IV domenica di Pasqua, risalta la figura di Gesù che si auto-rivela come “il buon pastore”, letteralmente “il pastore bello”. Nel Vangelo di Giovanni, infatti, l’aggettivo “buono” sottolinea piuttosto il “bello” di una figura, per cui quando si parla di bontà non ci si riferisce ad una disposizione d’animo di Gesù, ma della bellezza del suo amore, che precede e accompagna il cammino del suo gregge, affinché l’uomo ne rimanga affascinato. Da quando un mio amico mi ha fatto scoprire un giovane scrittore italiano consigliandomi di leggere un suo libro, ho cominciato ad appassionarmi alla sua scrittura, apprezzando il suo impegno per i giovani e la sua testimonianza di fede: si tratta di Alessandro D’Avenia. Mai avrei immaginato che qualche giorno fa, grazie sempre allo stesso amico, avrei avuto la possibilità di incontrarlo e ascoltarlo, in una occasione particolare e unica. Dovendo parlare ad un uditorio di genitori alle prese quotidiane con figli adolescenti e giovani, gli è stato affidato un tema molto suggestivo: “la bellezza salverà i nostri figli”.

Col suo stile di uomo di cultura, caratterizzato da un linguaggio giovanile, ha trattato il tema della bellezza cosi come lo hanno visto e proposto diversi autori di filosofia e letteratura e come i giovani di oggi, attraverso di essa possono passare dalla società del fare che porta alla noia, alla riscoperta di quei valori che già hanno dentro di loro. Un passaggio ricorrente mi è rimasto di più e cioè che noi adulti dobbiamo aiutare i giovani ad abitare la vita, in tutti i suoi aspetti belli e meno belli, positivi e negativi. Non è un buon metodo educativo preservarli dalle esperienze più difficili e dolorose, dai fallimenti, dall’esperienza anche della morte, ma piuttosto attraverso la bellezza, innamorarsi della vita e affrontarla con amore e impegno. Certo non è cosa semplice in una società come quella nostra del tutto e subito; c’è bisogno di tempo e fatica, ma è anche vero che solo così si può evitare di esserne far crescere una generazione fragile e insicura. Una lezione non solo per chi è genitore, ma per tutti quelli che si dedicano all’educazione, come il relatore che, da professore è impegnato ogni giorno ad ascoltare, accompagnare, aiutare tanti giovani che riconoscono in lui un amico e un maestro. C’è bisogno di educatori non solo bravi e buoni, ma anche entusiasti della bellezza, che innamorano del bello.

Padre Salvatore Alì

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