SEGNI DEI TEMPI – L’importanza del “pane quotidiano”

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pane_della_vitaNel Vangelo di oggi (Gv 6, 30-35) la folla, dopo la moltiplicazione dei pani, dice a Gesù: «Signore, dacci sempre questo pane». Non sappiamo se questa richiesta è stata fatta prima o dopo che Gesù insegnò ai suoi discepoli la preghiera del Padre nostro, dove c’è una richiesta quasi simile: «Dacci oggi il nostro pane quotidiano». Si tratta della manifestazione di un bisogno primario dell’uomo e cioè quello del mangiare, dell’avere un cibo che permette di vivere, di non mancare del necessario per una vita dignitosa. Sappiamo quanta è vera questa verità e, nello stesso tempo, quanta è drammatica la realtà di popoli che vivono nella miseria e nella fame. Una situazione endemica di fronte alla quale il mondo assiste impassibile. Una realtà, però, che da diversi anni colpisce anche i nostri paesi sviluppati, se è vero che si è sempre più allargata la forbice tra i pochi ricchi e la maggioranza dei poveri, famiglie che vivono al di sotto della soglia di povertà perché non hanno neanche il necessario per sopravvivere. Lo possono testimoniare le Caritas delle nostre parrocchie, o le associazioni di volontariato continuamente chiamate a provvedere ai bisogni sempre più crescenti di tanta gente. Anche l’Expo che inizierà a breve a Milano, ha come tema: «Nutrire il pianeta, energia per la vita», per attenzionare tutto ciò che riguarda l’alimentazione, dal problema della mancanza di cibo per alcune zone del mondo a quello dell’educazione alimentare, fino alle tematiche legate agli OGM. L’uomo, dunque, ha bisogno del cibo, di un cibo sano per vivere, ma dice Gesù, che l’uomo non può vivere solo di pane, «ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio»: l’uomo ha bisogno di Dio. È Dio che ci dà il vero pane e questo pane, di cui abbiamo bisogno, è Cristo, che ancora oggi ci ripete: «Prendete e mangiatene tutti: questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi». Il pane di cui abbiamo bisogno è la Parola di Dio, per questo dobbiamo metterci continuamente in religioso ascolto della Parola; prenderla come criterio del nostro modo di pensare, sentire, amare; conoscerla con la lettura personale e la meditazione; ma, specialmente, dobbiamo farla nostra, realizzarla giorno dopo giorno, in ogni nostro comportamento. Avere Dio e vivere in Lui ci trasforma nel cuore, nel corpo, nell’anima, trasforma tutta la nostra vita. Scrive Antoine de Saint-Exupéry in “Lettera al generale X” riportata il dieci aprile 1948 dal giornale francese “Le figaro litteraire”: «Ah! Generale, c’è un solo problema, uno solo per il mondo: ridare agli uomini un significato spirituale, inquietudini spirituali … Non si può più vivere di frigoriferi, di politica, di bilanci e di parole crociate, mi creda! … Non si può più vivere senza poesia, senza calore, né amore. L’uomo non ha più senso…». Occorre, allora, imparare a non rincorrere l’effimero, accontentarsi del necessario ed aspirare a quei valori che risplendono in Dio e che vengono donati in Cristo, «pane che discende dal cielo e dà la vita al mondo».

Padre Salvatore Alì

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