In Atti 6, 1-7 si dice che aumentando il numero dei credenti, cominciano anche i problemi nella Chiesa: quelli di origine greca si lamentavano perché i loro poveri venivano trascurati. Non deve stupirci il fatto che nella Chiesa apostolica, ricolma dello Spirito e dei doni del Risorto, vi fossero problemi, così come non deve meravigliarci o scandalizzarci se in ogni comunità ecclesiale, anche oggi, possano sorgere difficoltà o incomprensioni. Luca ci dice che a causa di questa lamentela la Chiesa si arricchisce di un nuovo carisma, quello dei diaconi e quindi del servizio della carità che da sempre è stato il distintivo più bello dei cristiani. La parola crisi, che deriva dal verbo greco krino, significa separare, cernere e in senso più lato, discernere, giudicare, valutare. Nell’uso comune ha assunto un’accezione negativa in quanto vuole significare il peggioramento di una situazione, ma se pensiamo all’etimologia della parola, possiamo coglierne anche una sfumatura positiva, in quanto un momento di crisi cioè di riflessione, di valutazione, di discernimento, può trasformarsi nel presupposto necessario per un miglioramento, per una rinascita, per un rifiorire. Anche nel vangelo di oggi Gv 6, 16- 21, si racconta dei discepoli che, in mezzo alla tempesta, vivono un momento di crisi, di difficoltà, superata dalla presenza di Gesù che con li invita a non avere paura, a fidarci di lui, perché con lui ogni difficoltà può diventare una risorsa, in ogni crisi si possono trovare nuove soluzioni, nelle tempeste della vita si può sperimentare la sicurezza e quindi la serenità. Ad esempio, la crisi economica che da anni attanaglia il nostro paese, non è stata l’occasione per ridimensionare il nostro stile di vita che anni fa era diventato un po’ troppo sopra le righe e riscoprire, quindi, il valore della sobrietà ed essenzialità? E se nelle crisi coniugali e familiari piuttosto che pensare subito che non c’è più nulla da fare si facesse la fatica di capire che svolta dare alla vita, in vista di una crescita e di una maturazione del rapporto di coppia e delle relazioni familiari? E se nelle comunità ecclesiali si affrontassero le inevitabili incomprensioni con la forza dell’ascolto e del perdono fraterno, per vivere la gioia della fraternità e della comunione? Come cambierebbero le situazioni vissute dagli uomini e come sarebbe più pacifico il mondo.
Padre Salvatore Alì