Sempre san Giovanni al capitolo 21 del suo Vangelo nei versetti 1-14 ci parla di una apparizione del Signore ad alcuni apostoli sul lago di Tiberiade, mentre sono intenti a pescare. È probabile che dopo i fatti pasquali erano tornati lì dove tutto era cominciato e al loro mestiere di pescatori. Per tutta la notte avevano pescato, ma non avevano preso nulla. All’alba Gesù si fa loro presente, li invita a gettare nuovamente le reti e quando non riescano più a tirarle su per la grande quantità di pesci, il discepolo amato lo riconosce e lo indica agli altri. Pietro si cinge i fianchi e si getta in acqua andando incontro al Signore. A terra trovano Gesù che aveva preparato da mangiare per loro, anche se chiede di portare un po’ del pescato. Ora, possiamo dire che, in questo brano viene messo in evidenza uno dei messaggi propri della Pasqua e cioè quello di una rinnovata speranza, perché tutto può sempre ricominciare. Il buio del venerdì santo ha visto l’alba radiosa del giorno della risurrezione; la morte è stata sconfitta dall’Autore vinta dalla vita; le lacrime per la morte di Gesù, consolate e asciugate dalla gioia dell’incontro col Risorto.
La notte infruttuosa capita prima o poi a tutti di viverla: quando ci sentiamo delusi, amareggiati, quando siamo angosciati per le preoccupazioni di ogni giorno, quando pensiamo di non concludere nulla nella vita nonostante le fatiche e gli innumerevoli impegni quotidiani. Mi ritrovo spesso a confortare e incoraggiare padri e madri di famiglia preoccupati; giovani scoraggiati; anziani rassegnati e a tutti dico che c’è sempre una speranza, si può sempre ricominciare e vedere la luce anche in mezzo alle tenebre. Per questo non bisogna mai rassegnarsi, scoraggiarsi, arrendersi, ma, come disse Gesù ai suoi apostoli, bisogna sempre gettare la rete per pescare una rinnovata fiducia nella vita e guardare oltre. Papa Francesco invita spesso a non perdete la speranza, perché la realtà può cambiare, l’uomo può cambiare, io posso cambiare. Nonostante tutto.
Padre Salvatore Alì