Paternò, restituiti agli eredi beni dei cantastorie Busacca

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In cantastorie paternese Ciccio Busacca

In cantastorie paternese Ciccio Busacca

Comunicato stampa della famiglia dei cantastorie storici paternesi, i fratelli Ciccio e Nino Busacca, a firma Cettina Busacca. Sono stati restituiti i beni dei cantastorie agli eredi. Beni che erano stati concessi gratuitamente a Casa Museo Cantastorie di Paternò, che nel tempo ne avrebbero fatto un utilizzo improprio. 

“Tutti i beni legati alla memoria del grande cantastorie Cicciu Busacca e presenti nella Casa Museo del Cantastorie ci sono stati restituiti. La restituzione è avvenuta in due fasi, ma va sottolineato che tutto il patrimonio storico-culturale di nostra proprietà legato alle figure di Cicciu e Nino Busacca è stato restituito a noi eredi. Data la grande attenzione che i media e l’opinione pubblica hanno dedicato alla vicenda della restituzione dei beni (ancora oggi molti cittadini solidali con noi ci chiedono come è “andata a finire”), riteniamo giusto e opportuno dare una completa informazione sul caso, che era divenuta una polemica infuocata.

Come molti ricorderanno, avevamo inviato ai media la lettera-diffida con la quale chiedevamo la restituzione dei beni che avevamo temporaneamente concesso al Comune in maniera gratuita e momentanea, e specificavamo che purtroppo dono un anno i beni non erano stati messi in sicurezza, non era stato istituito un servizio di vigilanza, non vi era un sistema antincendio, i beni non erano adeguatamente valorizzati. Nonostante le parole del sindaco, tante parole, niente accadeva, ed i beni erano lasciati senza alcuna tutela. A quel punto, con la lettera-diffida chiedemmo ufficialmente la restituzione dei beni e nel contempo rendemmo pubblica una notizia dal valore collettivo. Alla lettera-diffida facemmo seguire altre note, perché nulla avveniva, poi finalmente è avvenuta la restituzione dei beni in due fasi. Il sindaco di Paternò Mauro Mangano non si è mai fatto sentire con noi, abbiamo trovato invece dialogo in settori della burocrazia competente e nei giovani impegnati nella Casa Museo, in particolare in Andrea Coppola, che è stato solerte e puntuale. Era evidente che la restituzione dei beni non poteva essere procrastinata ulteriormente, stavamo per procedere legalmente, ed era chiaro che né il sindaco di Paternò Mauro Mangano né altri potevano appropriarsi dei nostri beni, al dà di alcune battute satiriche sui social network. In effetti, il sindaco, dopo la pubblicazione sui media della nostra lettera-diffida, aveva affermato: “Restituiremo i beni alla famiglia Busacca”. Aveva ammesso pubblicamente che erano nostri gran parte dei beni presenti nella Casa Museo del cantastorie.

Con amore verso Paternò e la Sicilia, li avevamo dati al Comune in maniera gratuita e momentanea per rendere viva la costituenda Casa Museo. Ci aveva dato pienamente ragione. E’ noto che il 90% dei beni di valore della Casa Museo del Cantastorie era rappresentato dai nostri beni, che ci sono stati tutti restituiti. Abbiamo letto delle nuove iniziative della Casa Museo del Cantastorie, auguriamo fortuna ai giovani impegnati nelle iniziative finanziate dal Comune di Paternò, certamente fa riflettere un Museo dei Cantastorie senza i beni dei Busacca, in pratica, fatte le debite proporzioni, come fare una mostra sul Cubismo senza Picasso. Lo facciamo presente all’opinione pubblica che farà le sue libere considerazioni. Inoltre, ribadiamo ancora una volta,  che nulla c’entriamo con la delibera di fine anno (2014) con la quale la giunta Mangano ha dato 18 mila euro per progetti inerenti la Casa Museo del Cantastorie e che tante polemiche ha creato. Non entriamo nel merito di questi progetti, noi non polemizziamo con nessuno, ma teniamo a precisare che gli eredi Busacca non hanno ricevuto un euro dall’amministrazione Mangano. Noi non c’entriamo nulla con quella vicenda. Abbiamo visto che le diverse forze politiche non hanno strumentalizzato la nostra battaglia in difesa di un nostro diritto e li ringraziamo. Un ringraziamento di cuore va ai tanti cittadini siciliani che ci hanno espresso la loro solidarietà ed ai media (tutti) che con correttezza hanno riportato le nostre posizioni in maniera evidente e dettagliata. Un ringraziamento speciale va al nostro legale, l’avvocato Gabriella Torrisi, che con serietà professionale, attenzione umana e culturale, ha difeso i nostri diritti, ed il suo lavoro è stato fondamentale per il positivo risultato finale.  Adesso l’opinione pubblica è pienamente informata, in maniera trasparente, di ogni passaggio”.

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