Oggi mi permetterete di cambiare il tono e lo stile di questi miei interventi, perché sono un po’ indignato. Per pasquetta ho fatto con alcuni amici una passeggiata e mi è capitato di fare l’Autostrada A18 Catania-Messina. Era da tempo che non la facevo e mi sono ritrovato a percorrere non un’autostrada degna di un paese civile e moderno, ma una “mulattiera” di campagna, piena di buche, restringimenti, gallerie al buio. È vero che ormai tutte le strade della Sicilia sono ridotte in uno stato pietoso, ma è inaccettabile che una importante via di comunicazione come la A18 che dovrebbe essere volano del turismo siciliano perché collega Messina, la Città dove arrivano i turisti, con località come Taormina la perla dello Ionio, Riposto con il suo porto, Acireale Città barocca famosa per il suo Carnevale, passando poi per Catania capoluogo della Sicilia orientale e proseguire poi per Siracusa città greca-romana, possa essere abbandonata e ridotta allo stato in cui si trova. Ma è possibile che i cantieri in Sicilia debbano durare decenni? Vedi il restringimento nella Palermo-Catania all’altezza di Resuttano. Dove vanno a finire i soldi dei pedaggi che paghiamo? Oltre quelli destinati agli stipendi sacrosanti dei lavoratori, una parte non dovrebbe essere destinata alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle autostrade? Ma perché la Sicilia deve sempre essere in mano di truffatori che andrebbero denunciati e arrestati e/o incapaci che dovrebbero essere mandati a casa? Perché questa terra non può mai vedere un riscatto, un rinnovamento, una nuova rinascita? È un dovere verso la bellezza dei suoi luoghi e la generosità della sua terra, l’antica e gloriosa storia che ne hanno fatto una delle terre più belle e ricercate al mondo. Ma è anche un fatto di giustizia sociale perché, uno Stato che tartassa con continue imposte, ha l’obbligo poi di garantire dei servizi efficienti ai cittadini. Non hanno voluto il ponte con la scusa che i soldi destinati a quest’opera dovevano servire per migliorare le infrastrutture della Sicilia. Il risultato è stato che ci hanno rubato i soldi per ridurre la Sicilia ad un paese del terzo mondo, riguardo le strade, le vie di comunicazioni e i servizi. Non resta che augurare buona pasqua alla nostra Sicilia.
Padre Salvatore Alì