«Ncd non è più un partito di centrodestra. Ora non bisogna perdere tempo e costruire una vera alternativa a Renzi». Barbara Saltamartini, ex portavoce del partito di Alfano, aveva capito tutto all’indomani dell’elezione di Mattarella al Quirinale. E non è stupita dal caso-Lupi. L’intervista al quotidiano Il Tempo.
Onorevole, cosa pensa delle dimissioni dell’ex ministro?
«Devo riconoscere a Maurizio Lupi la grande dignità di avere fatto una scelta che non era assolutamente necessaria né scontata, dimostrando di voler proseguire nell’azione politica senza ombre e tutelando i suoi affetti più cari. Ha colto i nodi e le contraddizioni della politica di oggi. Con le sue dimissioni c’è stato un ulteriore capitolo del film che vede Ncd sempre più succube delle volontà di Renzi. Chi dice che il governo oggi è più forte sbaglia: è il premier più forte perché si è dimesso il ministro più indipendente, Lupi».
Alfano ha sostenuto che le dimissioni ci sono state anche perché Renzi non teneva a bada la propria minoranza che le invocava.
«Non condivido assolutamente, il premier non si è mai fatto vincolare dall’opposizione interna. Renzi voleva le dimissioni di Lupi senza metterci la faccia e con ipocrisia ha applicato un doppio binario: Maurizio fuori, Poletti dentro, De Luca candidato in Campania».
Insomma, non è pentita di aver mollato Alfano.
«Guardando l’accaduto rivendico la bontà della mia scelta. Sono uscita perché le condizioni originarie erano venute meno, da forza di centrodestra si è trasformata in area centrista e con evidente intenzione di diventare una componente del Pd».
È molto dura con Alfano…
«Ho da subito espresso l’inopportunità e l’inconvenienza del doppio ruolo. Doveva scegliere tra il governo o il partito, visto che era stato appena fondato. Restare ministro ha di fatto incastrato il partito nel governo perdendo le energie e la vitalità che nei primi mesi dai territori era stata manifesta nel progetto di Ncd».
C’è Quagliariello.
«Gaetano ha fatto il massimo alle condizioni date, inevitabilmente si è schiacciato sul governo».
Ora lei è nel Misto. Fino a quando?
«Occorre creare un fronte nazionale alternativo alla sinistra di Renzi. Non si può aspettare perché la fase di frammentazione del centrodestra è già ai livelli di sicurezza. Occorre azzerare tutto e proporre un progetto nuovo, mettendo insieme tutte quelle energie e ambienti che condividono valori e programmi».
Noi con Salvini?
«Dopo le elezioni europee certamente Salvini ha mostrato più iniziativa e capacità di parlare dei problemi reali della gente dei quali Renzi si disinteressa. Il nuovo progetto di Salvini è intrigante e l’unico al momento competitivo nel perimetro di gioco del centrodestra. Ma affinché sia vincente sarà politicamente importante confrontarsi per estenderlo a tutto il territorio nazionale e a tutte quelle sensibilità culturali e politiche che hanno attraversato il centrodestra nei precedenti vent’anni e che oggi fanno fatica a ritrovarsi sotto un tetto comune»