Per la Cassazione non è reato di “omicidio stradale”. La Corte Suprema infatti ha annullato con rinvio la condanna a 21 anni di carcere per l’imprenditore albanese Ilir Beti, che nel 2011 aveva ucciso 4 ragazzi francesi in un incidente stradale. L’uomo guidò il suo Suv in contromano per dimostrare la sua abilità al volante. Il ricorso dell’imputato è stato accolto. L’avvocato ha spiegato che quella sera Beti era ubriaco, era già stato cacciato dal locale in cui si trovava e solo a quel punto aveva deciso di dimostrare a sé stesso la sua abilità alla guida. Per le vittime non ci fu nulla da fare e pare che ora non venga neanche fatta giustizia. I parenti infatti hanno protestato contro la sentenza che ha concluso: “Ha agito con colpa, non con dolo, per via del suo stato alterato”.
Dichiarazioni – Il sostituto procuratore generale Gabriele Mazzotta, che aveva chiesto l’annullamento del rinvio della condanna di Beti, ha esordito : “Il ricorso della difesa dell’imputato è da condividere in quanto il guidatore voleva procedere contromano per dare prova a sé stesso della sua destrezza e non aveva considerato che gli altri guidatori, che procedevano correttamente nella loro marcia, avrebbero potuto perdere il controllo dei loro veicoli”. Sulla stessa linea ha parlato anche il difensore di Beti, Coppi: ” Occorre fare molta attenzione quando si fanno le ricostruzioni dei passaggi mentali di un soggetto ubriaco, perché risulta difficile attribuire dolo, e quindi la volontarietà, a chi si trova in simili condizioni”. Per Coppi si tratta di una condotta negligente che toglie l’imputato dall’area del dolo e lo consegna all’area della ‘colpa’. Dunque niente omicidio stradale: il reato è colposo, e non volontario.