di Andrea Di Bella
In molti hanno sperato fino all’ultimo che non lo diventasse. Ma le speranze, si sa, possono anche essere disattese. Ed il caso di oggi è perfettamente aderente alla disgraziata aspettativa di molti osservatori politici che in un recente passato hanno azzeccato anche i più ardui dei pronostici. Sarà la fortuna, penserà qualcuno, ed intanto è andata proprio così: per la manifestazione organizzata questa mattina dinanzi il “SS. Salvatore” di Paternò erano presenti più o meno in 150 tra curiosi, giornalisti, esponenti delle associazioni promotrici ma soprattutto politici. D’altronde si sa: il fascino delle telecamere è superbo e si fa spazio. Oggi davanti all’ospedale c’erano gli stessi politici che ne stanno permettendo il graduale smantellamento, sotto gli occhi increduli e anche parecchio stanchi dei paternesi. Consiglieri comunali che coi selfie dimostravano vicinanza alla causa, parlamentari regionali e nazionali a rilasciare interviste, ex amministratori che cercavano e cercheranno nuovi spazi per riciclarsi, il sindaco in prima fila. Un sindaco invitato e non promotore dell’iniziativa, è bene precisarlo.
La fiera dell’ipocrisia, mi viene da dire, con alcuni giornalisti della città diventati capopopolo, e gli onorevoli con la corte al seguito. E la città a casa, delusa, amareggiata. Non è questa la politica che si merita Paternò. Non è questo quello che si merita questa città. Ma cosa manifestate adesso? Cosa racconterete mai alle telecamere dei telegiornali? Dovreste soltanto vergognarvi per la vostra inutilità istituzionale. Destra o sinistra non fa alcuna differenza. Se prima avevamo un sindaco che pur di far valere le proprie ragioni ha rischiato ed infine prodotto un parziale isolamento politico cittadino rispetto all’allora presidente della Regione, oggi l’attuale primo cittadino a Palermo non lo se lo filano proprio. Diffidino i paternesi di queste occasioni di puro protagonismo fine a se stesso, le sorti del nostro ospedale – giusti o sbagliati i dati in possesso dalla commissione Sanità e l’assessorato regionale – sono già segnate. Stop passerelle, quindi. Non conviene a nessuno far così, se non a chi ama collezionare qualche paginata di giornale e qualche pacca sulla spalla.
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