Non erano nemmeno le nove e già Silvio Berlusconi aveva sentito Renato Brunetta, ascoltato l’ultima versione del documento consegnato al Capo dello Stato. Pure quel documento, però, si è rivelato una (nuova) occasione per rinfocolare la polemica interna. «Noi non ne sapevamo nulla», accusa l’ex tesoriere Pdl, Maurizio Bianconi, di stretta osservanza fittiana. «Non è stato concordato», gli ha fatto eco un altro deputato Fi,Massimo Parisi, dal fronte opposto, quello dei fedelissimi di Denis Verdini. Eppure a lavorare sul testo erano stati una decina di volti noti azzurri, i più vicini al presidente Fi: Giovanni Toti, Deborah Bergamini eFrancesco Paolo Sisto tra gli altri.
«L’ho visto io, è più che sufficiente», ha tagliato corto il Cavaliere, sentendo al telefono un fedelissimo, invitato a non rispondere alle provocazioni. Se un’ora e mezza della giornata se nè andata per discutere di Milan con Adriano Galliani, per il resto della giornata ad Arcore – dove Berlusconi resterà tutta la settimana – si è lavorato per le Regionali. La prima mossa – attesa – è stata la “promozione” del senatore Francesco Amoruso a Responsabile del Dipartimento per il Sud di Fi. «Ringrazio per la fiducia», ha detto l’interessato, comunicando le dimissioni «irrevocabili» dal ruolo ricoperto finora, quello di coordinatore regionale in Puglia. Al posto del senatore considerato vicino a Raffaele Fitto verrà nominato l’ex sottosegretario Luigi Vitali, ex An. Sarà dunque quest’ultimo a firmare le liste per le prossime Regionali; non stupisce che la scelta abbia fatto irritare l’ex ministro degli Affari regionali.
Fitto, però, stavolta non ha voluto commentare: «Dirò sabato quello che penso». Il 22 terrà a battesimo al Palacongressi di Roma la sua campagna per «democratizzare Fi», lancerà i “Ricostruttori”. Sistemata la questione Puglia, in una giornata segnata dal malumore per le mosse della Procura di Milano, l’unico raggio di sole è stato un accordo di Fi con Ncd e Udc in vista delle Regionali. Nutrite delegazioni dei tre partiti si sono riunite a Palazzo Madama: Deborah Bergamini, Renato Brunetta, Altero Matteoli, Paolo Romani (che ha portato le frappe, dolce di carnevale), Mariarosaria Rossi e Giovanni Toti per Fi, Lorenzo Cesa, Nunzia De Girolamo, Antonio De Poli, Gaetano Quagliariello e Renato Schifani per i centristi. «Esiste la possibilità di un accordo per correre in coalizione innanzitutto in Campania e Veneto», hanno scritto i presenti in una nota congiunta.Stefano Caldoro, immediatamente informato, ha potuto tirare un sospiro di sollievo. Ma il problema è tutt’altro che risolto: prima il Cavaliere dovrà convicere il riluttante Matteo Salvini a far cadere il suo veto ad «ogni» apparentamento col partito di Angelino Alfano. Per questa ragioneBerlusconi e Salvini dovrebbero vedersi nel fine settimana: il confronto si annuncia molto teso. «Cederà perchè non vuole perdere il Veneto», fa sapere il Cavaliere, «ma se non lo farà presenteremo nostri candidati».