Matteo Renzi resta solo, lo scrive Andrea Indini su IlGiornale. Abbandonato da tutti, dovrà votarsi le riforme da sole. Quello che resta dell’Aula di Montecitorio, maggioranza a parte, è un deserto. Tutta l’opposizione, da Forza Italia al Sel, dal Movimento 5 Stelle alla Lega Nord, ha fatto fronte comune e se ne è andata lasciando alla Camera, dove si stanno votando gli emendamenti alla riforma costituzionale, un vuoto assordante. “Denunciamo la deriva autoritaria, un colpo mortale alla democrazia – tuona il presidente dei deputati azzurri Renato Brunetta a nome di tutte le opposizioni – si sono delle violenze metodologiche inaccettabili da parte del Pd e della maggioranza”. La tensione è altissima. E travolge pure il Nazareno. I ribelli piddì voltano le spalle al segretario e annunciano che non voteranno. “Il fatto politico che si è verificato è gravissimo – avvertono Stefano Fassina e Pippo Civati – chiedo al Pd ed al governo di fermare i nostri lavori”.
“Un mostro è la riforma elettorale, un mostro la riforma della Costituzione, insieme fanno un mostro al quadrato che ci porta in una deriva autoritaria”. È l’Aventino delle opposizioni. Tutti contro Renzi. Dopo la rissa notturna e le forzature del governo, Forza Italia, Movimento 5 Stelle, Lega Nord, Fratelli d’Italia ed ex grillini hanno abbandonato i lavori per tenere una conferenza stampa congiunta. “Il governo d’ora in poi – promette Brunetta – vedrà sorci verdi su ogni provvedimento”. La maggioranza deve fare da sé. Ma deve anche fare i conti con la minoranza dem che non ci sta ad approvare la riforma costituzionale. Renzi, insomma, è sempre più solo. Non potrà nemmeno contare sui voti del Sel o degli ex grillini sebbene in parlamento sia già cominciata la corsa a comprare i voti. “L’arroganza cui abbiamo assistito di Renzi e del Pd non ha precedenti”, denuncia il capogruppo di Sel Arturo Scotto che non ha digerito la seduta fiume e l’accelerazione sul ddl Boschi imposta da Renzi.
“Non si è mai visto un premier che in un momento drammatico piomba in Aula a sfidare le opposizioni – accusa Brunetta – peggio ancora a controllare i suoi parlamentari”. Renzi vorrebbe arrivare ad approvare entro sabato tutti gli articoli della riforma costituzionale ed entro la prima settimana di marzo al voto finale. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, però, non potrà far finta di niente: il confronto parlamentare è ormai azzerato e la maggioranza si è ritrovata a doversi votare da sola il ddl. Le opposizioni hanno chiesto di essere ricevute al Quirinale. E il capo dello Stato ha fatto sapere che, a partire da martedì prossimo, le riceverà gruppo per gruppo. La Lega Nord, però, già lo accusa di “non aver fischiato il fallo”. “Chi deve garantire l’imparzialità – denuncia il capogruppo della Lega, Massimiliano Fedriga – doveva impedire che questo scempio avvenisse ma ad ora nulla è successo”. Le scempio rimane. E Renzi non intende fermarsi, nemmeno davanti a un’Aula vuota che gli intima di non fare lo spaccone. “Da anni la politica non fa le riforme – scrive su Twitter – ascoltiamo tutti, ma non ci facciamo ricattare da nessuno”. Non si fermerà nemmeno davanti agli avvertimenti dei suoi. Oltre a Fassina e Civati, anche Gianni Cuperlo lo invita a fare “una pausa di riflessione dei lavori per recuperare un clima più disteso”.