“Se c’è da chiarirsi ci si mette in una stanza e si parla – tuona il premier ai microfoni di Porta a Porta – ma poi se c’è da dire qualcosa agli italiani ci si comporta diversamente, è finito il tempo di veto, in cui i singoli partiti dicevano ‘o si fa così o ci mettiamo di traverso'”. Renzi, come raccontato anche da Andrea Indini per IlGiornale, mette una pietra sopra gli “alleati” del Nuovo ccentrodestra e relega in un angolino, a leccarsi le ferite, il ministro dell’Interno.
All’indomani del primo tackle su Alfano, Renzi fa un’altra, violentissima scivolata che mette a terra, una volta per tutte, gli alleati di Ncd. Assicura di aver “rispetto per gli alleati”, ma puntualizza di non aver alcuna voglia di “mettere il governo in una discussione tra partiti”.“A Palazzo Chigi la mia porta è sempre aperta – fa notare – ci confrontiamo ma pensiamo agli italiani”. Insomma, pur dicendosi disposto a discutere e a confrontarsi con Alfano e compagnia bella, non ha alcuna intenzione di andare avanti a suon di vertici dimaggioranza. Tirerà dritto per la sua strada. Non chiederà nemmeno una verifica di maggioranza, sicuro del fatto che non la chiderà nemmeno Alfano perché sa bene che non è “nell’interesse” del ministro dell’Interno chiederla. “Le verifiche si fanno a scuola, questo governo arriva al 2018, anche con Ncd dentro – dice ostentando sicurezza – con Alfano siamo stati insieme anche oggi”.
Azzerate le velleità dei partitini di alzare la voce per farsi sentire, Renzi torna a scommettere sulle riforme istituzionali. C’è da portare a termine la legge elettorale. “Se Forza Italia si sfilasse – ammette – sarebbe un elemento di dispiacere, ma le riforme si fanno lo stesso”. In realtà, sa bene che ha bisogno dell’appoggio di Silvio Berlusconi per non fare passi falsi in parlamento. Per questo lo invita a “metterci sopra il cappello”. “Forza Italia decida se le riforme sono qualcosa di buono per il Paese oppure, come dice Brunetta, una schifezza – insiste – le riforme non sono un contentino che danno a me per tenermi buono su altro”. Anche perché, all’interno della maggioranza, non c’è solo Alfano a scalpitare. La minoranza dem tornerà presto ad alzare la voce.