Senatore, come commenta gli ultimi risultati usciti fuori dalle Regionali in Emilia e Calabria?
Il dato clamoroso di queste ultime elezioni regionali è ovviamente quello dell’astensionismo. E’ chiaro che tali circostanze devono indurre la politica a riflettere sulla propria identità e sugli obiettivi, cercando innanzitutto di recuperare il rapporto coi cittadini. Per quanto riguarda i risultati del Nuovo Centrodestra, siamo soddisfatti per le percentuali ottenute.
Come giudica la campagna elettorale di Matteo Salvini e della Lega Nord?
Come ho dichiarato altre volte, noi del Ncd siamo molto distanti dalla politica della Lega. Al di là del modus operandi, anche in questa fase con Salvini leader non condividiamo della Lega la demagogia che la caratterizza. Una demagogia che continua a costituirne la struttura portante assieme a posizioni razziste e di destra estrema.
Crede nella ricomposizione nazionale del centrodestra, partendo dai centristi fino a Giorgia Meloni con FDI, oppure crede che il percorso per una riunificazione moderata sia compromesso?
Credo in un progetto – e per questa composizione stiamo lavorando – di ispirazione liberal-popolare ed europea. Per far ciò saranno necessari, quanto fondamentali, dei punti di convergenza tra le diverse forze politiche. Ma è ovvio che non possiamo fare coalizione con chi si schiera contro tutto e tutti: no immigrazione, no Europa, no euro.
A Roma lei siede in maggioranza col Pd. A Palermo NCD è all’opposizione. Come giudica l’operato del governatore Rosario Crocetta?
Ritengo sempre valido il principio secondo cui anche chi sta all’opposizione debba svolgere un lavoro costruttivo, Difatti un’opposizione dura non produce mai grandi frutti. E dobbiamo constatare ciò che è quanto mai evidente, cioè che col presidente Crocetta i problemi emergenti della Sicilia sono rimasti insoluti. Del disagio politico regionale ne è prova l’instabilità della composizione della stessa Giunta regionale . Ciò, a mio avviso, è segno dei livelli di incompetenza presenti nel governo siciliano.
A Paternò NCD ha assunto una posizione via via molto critica nei confronti del sindaco Mauro Mangano. La sua posizione è quella del gruppo consiliare?
Ribadisco che il gruppo consiliare paternese del Ncd è politicamente coerente col risultato elettorale, e quando vi saranno da fare delle scelte responsabili ci assumeremo la nostra responsabilità. Finora, però, da parte dell’amministrazione del sindaco Mauro Mangano, non abbiamo visto per la città di Paternò una programmazione adeguata né a breve né a medio e lungo termine.
Il malcontento diffuso nei confronti dell’amministrazione Mangano è sfociato in un’iniziativa popolare di raccolta delle firme. Cosa ne pensa?
Se si tratta di una iniziativa popolare è indubbiamente da rispettare, ma le vie da percorrere da parte di chi fa politica sono altre. Infatti, a questo punto ritengo opportuno lanciare un progetto politico alternativo e più efficace rispetto al quadro che abbiamo attualmente.
In prospettiva elettorale, come giudica il percorso degli undici consiglieri che hanno deciso di fare insieme opposizione al sindaco Mangano, tralasciando le appartenenze politiche di ognuno?
E’ un modo di fare opposizione ma lo ritengo anche un punto di partenza in vista del prossimo passaggio elettorale comunale. Inoltre, osservo che questa opposizione è fatta in modo costruttivo, affrontando tematiche serie quanto attuali e molto sentite dai paternesi, quale ad esempio quella dell’aumento dell’addizionale Irpef da parte del Consiglio Comunale.
Una coalizione del solo centrodestra a Paternò è ancora possibile? Quali soluzioni sente di suggerire?
Come ho avuto modo di dire e proporre più volte, per ogni ambito locale e nel nostro caso per Paternò, è tempo di uscire dalle vecchie logiche divisorie e in un certo senso superate tra centrodestra e centrosinistra. Va invece costruita un’alternativa all’attuale compagine, ovvero una classe politica dirigente di ampio profilo etico, civico e quindi politico. Per fare ciò occorre prima di ogni cosa il coraggio.
L’augurio per Paternò.
Il mio augurio per Paternò è che possa recuperare la vivacità degli anni migliori. Paternò ha ormai una vitale necessità di ritrovare la propria identità culturale che sembra smarrita. A ciò va però unito l’impegno delle classi dirigenti.