Il più stupefatto è il sindaco Massimo Bitonci che, agli islamici padovani che rifiutano di essere visitati da medici donne risponde con un duro post su Facebook, rivendicando le antiche tradizioni della scuola medica patavina: “Vogliono medici uomini? Vadano a casa loro.
Qui a Padova, nel 1678, si laureò il primo medico donna della storia”.
La vicenda nasce dal grande numero di profughi arrivati all’Ulss 16 della città, che oltre al normale carico di lavoro si è trovata a dover far fronte alle richieste di alcuni pazienti di religione islamica, che spiegavano di non poter essere visitati da medici donne. Per ovviare al problema ecco una soluzione inusuale: sono stati richiamati tre medici in pensione che lavoreranno per un anno a titolo gratuito.
I tre medici – rispettivamente un internista, un infettivologo e un cardiologo – lavoravano già da tempo come volontari nella “Struttura di alta professionalità immigrazione” padovana, che però ora spiega di non riuscire più a fronteggiare le richieste di prestazioni con il solo personale inserito negli organici: “L’organico della Struttura non è tale da fronteggiare la situazione di emergenza, considerando che gli immigrati, quasi totalmente musulmani, rifiutano la visita da parte di un medico donna e i carichi di lavoro delle altre Strutture non consentono che i dirigenti medici vengano dedicati alle visite ai profughi“.
Secondo i dati ripotarti dal Mattino di Padova, l’80% degli oltre 200 profughi visitati dall’Ulss 16 negli ultimi otto mesi sono uomini, in gran parte di religione islamica. Troppi perché la struttura sanitaria padovana riuscisse a farvi fronte con i medici in servizio.
IlGiornale