È sbarcato a Lampedusa nel 2011 facendo richiesta di asilo politico; poi è riuscito ad ottenere il permesso di soggiorno per motivi umanitari e anche a rientrare nel programma ministeriale Mare Nostrum.
Non solo: proprio rientrando nella casistica prevista dall’operazione lanciata un anno fa da Alfano, il nigeriano Eweka Joe Osas ha ottenuto il beneficio di 500 euro e la residenza nel comune di Carnate, nella provincia di Monza e Brianza, in un centro di accoglienza.
Osas però è stato tratto in arresto per ben tre volte per spaccio dalla Polizia locale diPadova e ha anche collezionato una denuncia per occupazione abusiva di immobile. L’ultima volta, venerdì scorso, i vigili del comune euganeo lo hanno sorpreso in flagranza di reato mentre vendeva della droga: il giorno seguente è stato processato per direttissima, ammettendo la propria colpevolezza e patteggiando sei mesi di reclusione e seimila euro di multa.
È una storia incredibile, quella raccontata daIl Gazzettino, che svela come un immigrato clandestino già destinatario di numerosi benefici di legge sia stato poi libero di commettere lo stesso reato per diverse volte, senza averne mai dovuto, almeno sinora, pagare le conseguenze.
“Ha ottenuto anche la carta d’identità – spiega l’assessore alla Sicurezza del comune di Padova Maurizio Saia – dopodiché si è reso irreperibile. Ringrazio gli agenti della Polizia Locale che ancora una volta hanno difeso Padova, i cittadini, bloccando per ben tre volte uno spacciatore con un permesso umanitario messo in tasca dallo Stato.”
“Questa è una situazione paradossale che mette in ridicolo il nostro Paese -prosegue Saia – Per quanto ci riguarda, questa amministrazione continuerà con la linea dura per garantire ai padovani rispetto delle regole e sicurezza”.
Sul caso è intervenuto anche il sindaco di Padova Massimo Bitonci, che in un post su Facebook attacca: “Spaccia a Padova, ma per lo Stato è un profugo con tutti i benefit di Mare Nostrum”.
IlGiornale