La partita del Quirinale. Napolitano verso le dimissioni?

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1415531108-ipotesiSente della Repubblica potrebbe lasciare, secondo il quotidiano di via Solferino, dopo avere dato l’annuncio a fine dicembre. I momenti papabili per la conferma sarebbero l’incontro con le più alte cariche dello Stato o addirittura il tradizionale messaggio di fine anno.

Sarebbe già stato tutto deciso. Secondo il quirinalista del Corriere della Sera, Marzio Breda, non solo l’addio di Giorgio Napolitano al Quirinale è vicino, ma anche le tempistiche sono già piuttosto chiare.

Se e quando Napolitano annuncerà di voler effettivamente abbandonare il suo incarico al Colle, scatteranno i quindici giorni di tempo perché vengano convocate le Camere e si scelgano i delegati regionali, che devono unirsi al voto per decidere il nuovo Presidente. Per prassi costituzionale, lo ricorda il Corriere, potrebbe essere il presidente del Senato, Pietro Grasso, a farsi carico della supplenza.

Napolitano è stanco, lo avrebbe detto all’amico Alfredo Reichlin. Potrebbe quindi decidere per le dimissioni e per ora neppure il presidente del Consiglio si è sbottonato, ricordando soltanto che “è e resta una garanzia per tutto il Paese”, mentre il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, a Repubblica sottolinea che la partita per la legge elettorale e quella per il Colle rimarranno separate.

“I tempi e i modi del suo eventuale ritiro li deciderà lui e non possono essere oggetto di trattative tra i partiti”, ha detto Graziano Delrio a SkyTg24, mentre ancora a Repubblica l’ex compagno di partito di Napolitano Emanuele Macaluso ha commentato che “non si possono chiedere a Napolitano ulteriori sacrifici”.

Meno concilianti i toni usati da Beppe Grillo, che ha accusato il Presidente di voler ricattare il parlamento, dopo essersi rieletto “per la seconda volta contro lo spirito della Costituzione”, mentre dal Nuovo Centrodestra arriva l’invito, se dimissioni saranno, a ricercare una figura che non porti a scontri ideologici, per un Paese – a dirlo Renato Schifani – a cui serve una rappresentanza “di grande autorevolezza” all’estero.

Per Forza Italia parla il consigliere politico Giovanni Toti, che trova l’intera discussione “largamente prematura” e al Corriere sottolinea che il partito non accetterà “dictat” sul Patto del Nazareno, ma anche una nota nel Mattinale, che sottolinea una ragione politica che sottosta alla decisione di Napolitano, che non vorrebbe “sciogliere le Camere”.

IlGiornale

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