“Domani chiudo l’Arsea”, “l’istituto di incremento ippico? Un ente creato da Lombardo per piazzare qualcuno vicino a lui”. E poi i tagli alle partecipate, la lotta agli sprechi, le denunce. Mentre in Sicilia il parlamento regionale decide se censurare l’assessore Nelli Scilabra, Rosario Crocetta (a Roma per un incontro con i vertici del Partito Democratico) si difende ancora, stavolta dal salotto di Piazzapulita su La7, e lo fa con le unghie e con i denti. Una musica già sentita spesso, ma i toni si sono alzati davvero solo nel confronto, accesissimo, con l’assessore al Territorio della Regione Lombardia, Viviana Beccalossi. La questione è quella annosa del numero dei dipendenti pubblici che lavorano nelle regioni.
Sui costi del parlamento regionale, poi, la storia (televisiva) si ripete: “Se non fosse stato per me – ha ribadito Crocetta – neanche la stampa si sarebbe accorta che il segretario generale dell’Ars guadagnava 550.000 euro l’anno. Ora hanno imposto il tetto di 240.000 euro, io l’ho messo a 160 mila”. I tagli, per lui, sono stati fatti eccome. Nonostante questo resta il modo (difficile da sciogliere) dei tre miliardi di buco per il pareggio di bilancio 2015 della Regione. “Lo Stato ha già tagliato – ha detto Crocetta – e anche tanto, senza mai riconoscerci i meriti che abbiamo, come quello sulla spesa sanitaria. Adesso ci chiede di tagliare ancora? Sulla lotta agli sprechi mi troveranno sempre d’accordo, ma dobbiamo decidere insieme come farlo”.
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