Cuffaro, Cassazione: no ai servizi sociali

Sharing is caring!

small_110216-103207_11091107_672-458_resizeNon ha fatto i nomi di chi, «all’interno degli uffici di Procura o all’interno delle forze dell’ordine», gli forniva le informazioni utili per aiutare il boss di Brancaccio Giuseppe Guttadauro a sottrarsi alle indagini: anche e soprattutto per questa mancanza di collaborazione, la Cassazione ha confermato il «no» all’affidamento in prova ai servizi sociali chiesto dall’ex governatore della Sicilia Salvatore Cuffaro. Lo spiegano i supremi giudici nella sentenza 43391 depositata oggi.

Il verdetto fa seguito all’udienza dello scorso 3 ottobre, conclusasi con il rigetto del ricorso di Cuffaro, difeso dall’avvocato Maria Brucale. A nulla è servito, al legale dell’ex governatore, far presente che se anche Cuffaro facesse i nomi dei pubblici ufficiali “spioni”, i reati sarebbero ormai prescritti. In proposito gli ermellini hanno replicato che, innanzitutto, una volta individuati, gli altri complici potrebbero anche voler rinunciare alla prescrizione che, quindi, non è un argomento del quale Cuffaro può servirsi per difendere la sua scelta di tenere la bocca chiusa. Inoltre, la Cassazione rileva che «una volta che la loro identità sia stata rivelata» da Cuffaro, «la legge non richiede, ai fini della collaborazione, il concorso della condizione negativa che non sia scaduto il termine della prescrizione».

CorrieredellaSera

Leave a Reply

Submit Comment
*