Paternò, le mosse del centrodestra. L’appello: non sia un autobus

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paterno_2011di Andrea Di Bella

In queste ultime settimane, nel bel mezzo di questioni prettamente consiliari, istituzionali ed economiche per la città, qualcuno ha posto all’attenzione faccende politiche. Il fronte moderato paternese, ormai è risaputo, è diviso in mille rivoli. Merito certo di una scompaginata e disastrosa esperienza alle scorse amministrative del 2012, in cui i cosiddetti moderati hanno deciso di dividersi dando spazio alla sinistra di arrivare prima senza vincere politicamente (una sinistra arrivata prima sia pure senza ottenere la maggioranza di voti per ogni singola lista della coalizione, avendo fatto da traino solo il candidato sindaco poi risultato vincitore).

Nino Naso, candidato sindaco autonomista sfidante al ballottaggio di Mauro Mangano (l’attuale primo cittadino) decise di non apparentarsi con il resto del centrodestra sconfitto al primo turno. Parliamo di una intera classe dirigente spazzata via da una legge elettorale indegna. Sbagliò l’amico Nino Naso, glielo dissi allora, glielo dico anche oggi e glielo dirò sempre. Decise di anteporre la coerenza personale alla politica. E’ storia, bisogna guardare avanti. Quindi? Nuovo Centrodestra, che in città è rappresentato dalla massima carica politica (il senatore Salvo Torrisi), ha pian piano messo mano alla sua organizzazione interna: i circoli, organizzati in più di venticinque. Poi il coordinamento, retto dal consigliere comunale Guerrina Buttò. Ed il gruppo consiliare, rappresentato dal consigliere Marco Tripoli. Di alcuni giorni fa anche la costituzione del coordinamento giovanile del partito. Ci si inizia a strutturare. Perchè? Perchè serve, a prescindere. Ancor di più se le contingenze politiche lo richiedono giorno dopo giorno. Questa consigliatura, infatti, è a serio rischio a seguito dei pasticci di questa amministrazione. In definitiva, se le cose non dovessero andare per come spera il primo cittadino (cioè che si concluda la legislatura nel 2017), si potrebbe tornare alle urne addirittura anche nel 2015. L’ipotesi di sfiducia consiliare resta attualmente in campo, con una parte dello stesso Partito Democratico (il partito del sindaco) in rotta di collisione totale col primo cittdino e la sua giunta. Un fatto questo ormai noto, a prova di smentita.

QUESTIONE FORZA ITALIA – Da qui si apre tutta un’altra parentesi, ed è quella relativa a quello che in molti considerano il primo partito della città. Lo scioglimento del Popolo della Libertà, diventato Forza Italia, ha messo in confusione un po’ tutti. Il Pdl, infatti, era un contenitore di diverse anime politiche, di diverse visioni, di diversi gruppi dirigenti. Tornati nuovamente alla vecchia famiglia, la situazione ha creato non poca confusione. Il gruppo facente riferimento all’ex sindaco Pippo Failla (e a Ignazio La Russa) si riconosce attualmente in Fratelli d’Italia, quindi il rappresentane di Forza Italia nel territorio sarebbe il diretto riferimento dell’uomo forte del partito in Sicilia all’indomani delle elezioni europee dello scorso Maggio. L’uomo forte è l’attuale eurodeputato forzista Salvo Pogliese, ed il riferimento in città è il consigliere Ignazio Mannino. Ma resta l’incognita legata al consigliere Francesco Rinina (primo degli eletti nel Pdl nel 2012), resosi indipendente dal Popolo della Libertà poco tempo prima della ricomposizione di Forza Italia. Rinina rappresenta un grande mondo, riconducibile direttamente o indirettamente all’ex vicesindaco e candidato alle elezioni regionali dell’ottobre 2012, Salvo Panebianco, un altro rappresentante azzurro storico di Paternò. Interlocutore di Rinina risulta essere anche Marco Falcone, anche lui ex aennino poi confluito nel Pdl (Forza Italia), ed attualmente capogruppo proprio del partito di Berlusconi all’Assemblea Regionale Siciliana. Nell’ottica di ricomposizione del partito a Paternò, quindi, considerata da molti sempre più necessaria, cosa si intende fare? Quali sono le linee direttrici? Quale è il percorso?

Nessuno dimentichi che esistono anche due enormi fonti di consenso elettorale, oltre che due prìncipi dell’impegno civico, come Filippo Condorelli e Nino Naso, entrambi ex candidati sindaco ed entrambi uomini moderati che in un eventuale rassemblement di area non vanno in ogni caso esclusi. Resta l’incognita legata al consigliere Alfio Virgolini, democristiano nel cuore, poi eletto nella sua lista nel 2012 ed attualmente vicino al parlamentare regionale Alfio Papale (Forza Italia). Due righe è necessario dedicarle al consigliere Vito Rau: il Movimento per l’Autonomia non esiste più, ed anche Raffaele Lombardo (che ultimamente ha altri problemi a cui pensare), in una reunion all’hotel Excelsior di Catania questa estate (dove chi scrive era presente) ha dichiarato come sia necessario “Confluire in un grande partito per contare qualcosa. Forza Italia mi pare la casa più giusta”. Quindi? Consigliere, pensaci.

E’ necessario costruire pian piano un laboratorio politico che metta insieme il meglio delle forze che si riconoscano autenticamente alternative alla sinistra e realmente differenti nel metodo da questa amministrazione. D’altro canto, c’è da dire che è attualmente in costruzione un asse politico molto fine tra la frangia dell’opposizione notoriamente definita dei “Falchi” (sei o sette consiglieri) con pezzi della maggioranza molto scontenta dall’operato di questa amministrazione, entrata definitivamente in rotta di collisione con il primo cittadino. Un’ottima cosa, ma non si pensi di potere intraprendere dialoghi di altro tipo col fine ultimo di costituire accozzaglie politiche che i cittadini percepirebbero almeno come ambigue. L’ambiguità non paga, e quando la politica cambia cambiano anche le persone. E quando cambiano le persone cambia anche il modo in cui si vota. In moltissimi oggi non premierebbero inciuci di nessun tipo. Ed è chiaro che, chiunque sarà l’alternativa a questo sindaco alle prossime elezioni amministrative, avrà quasi certamente gioco facile. Nessuno accetti quindi di trasformare il centrodestra (che tale deve rimanere) in un autobus. Questa, si intende, la preghiera di un timido moderato affezionato.

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