“Non guardate la vita dal balcone, per favore: non mettetevi nella coda della storia. Siate protagonisti!”. Si ispira a questa esortazione, lanciata lo scorso dicembre da Papa Francesco nel corso di un incontro con gli studenti universitari romani, la giornalista Rai Alessandra Ferraro per il suo libro “Non guardate la vita dal balcone. Francesco Testimone di speranza” (edito da Elledici), presentato in questi giorni in Sicilia.
Il tour di incontri, realizzato con il contributo di Carmelo Nicoloso e partito il 24 settembre dalla Riserva naturale di Vendicari (altri appuntamenti a Piazza Armerina e Pedara), ha fatto tappa nella sede catanese dell’associazione “SiciliaMondo”. Qui la presentazione si è inserita nell’iniziativa “Un giornalista, un libro, un the”, organizzata dalla segreteria provinciale di Catania dell’Assostampa, il sindacato unitario dei giornalisti. Ad accompagnare l’autrice nel suo colloquio con i lettori sono stati il segretario provinciale di Assostampa Catania, Daniele Lo Porto, e il presidente di SiciliaMondo Mimmo Azzia. Il libro di Alessandra Ferraro ricostruisce le fasi iniziali del Pontificato di Bergoglio, grazie al contributo di autorevoli personaggi del mondo religioso e della comunicazione: il direttore del Centro Televisivo Vaticano Dario Edoardo Viganò, il giornalista Bruno Vespa (con cui la Ferraro ha collaborato per la trasmissione “Porta a porta”), il vescovo di Noto Antonio Staglianò, l’ex Rettor maggiore dei Salesiani don Pascual Chavez, il vaticanista del Tg2 Enzo Romeo.
“Un’antologia di giudizi prestigiosi, capace di stimolare la riflessione sul messaggio di questo Pontefice che parla al cuore di milioni di persone”. Così Azzia ha definito il volume della Ferraro, ricordando che “Francesco è figlio di emigranti, motivo per cui ci sentiamo particolarmente vicini a lui e al suo messaggio di fratellanza”.
“Nel suo ´Buonasera´ pronunciato subito dopo l’elezione al soglio pontificio – gli ha fatto eco Daniele Lo Porto – c’era già il suo programma di semplicità e umanità”. Un Papa “buono, ma non buonista”, pronto a “scompaginare le carte” con scelte “che però non sono spot comunicativi – precisa la Ferraro – ma la continuazione di un percorso già avviato da vescovo in Argentina, quando Bergoglio era solito usare i mezzi pubblici per i propri spostamenti e indossare già le famose scarpe nere che, nell’immaginario comune, sono diventate l’emblema di una semplicità disarmante e sconosciuta agli ambienti vaticani”. La presentazione di “Non guardate la vita dal balcone” è stata anche l’occasione per confrontare la figura dell’attuale Pontefice con altri due Papi molto amati dai fedeli, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II, con tratti caratteriali a lui perfettamente sovrapponibili, fra cui la spiccata l’umanità.
Graziella Nicolosi (GRN)