Il vicesindaco di Paternò, Carmelo Palumbo, interviene in merito alla notizia del mantenimento del Punto nascite nell’ospedale di Biancavilla e dello sblocco dei lavori nella stessa struttura.
Queste le sue dichiarazioni:
«Fino a questo momento non ci è giunta alcuna nota ufficiale da parte dell’Asp in merito a queste questioni, ma nel frattempo abbiamo già chiesto al commissario Murè e all’Assessorato regionale alla Sanità un nuovo incontro per discutere del destino del punto nascite del SS. Salvatore e dei lavori che riguardano il corpo centrale del nosocomio, fermi da anni. Ribadisco, come già fatto pubblicamente in altre occasioni – afferma Palumbo – la mia assoluta contrarietà all’intera bozza del piano sanitario regionale, che a mio avviso penalizza fortemente la nostra struttura ospedaliera. Anzi, ben prima, quattro anni fa, quando sono arrivate le prime avvisaglie di un possibile ridimensionamento del SS. Salvatore, ho cominciato la battaglia in difesa dell’ospedale. Oggi – prosegue il vicesindaco – in molti si dicono indignati alla notizia che il punto nascite di Paternò verrà chiuso, ma sono gli stessi che ieri si dichiaravano soddisfatti del grande risultato ottenuto, solo perché si mantenevano pochi posti letto nel reparto di Chirurgia. Io invece ribadisco, come già detto in tutte le sedi, che quello è un risultato altamente insoddisfacente, che non modifica affatto la situazione dell’ospedale, ma anzi dà seguito ad un declassamento che mette in pericolo la salute del nostro territorio.
Purtroppo, quando il primo cittadino di Paternò ha preso parte all’ultima Conferenza dei Sindaci della Provincia di Catania, riunitasi per discutere della nuova bozza del piano, non ha potuto fare altro che ricoprire il suo ruolo istituzionale, rispettando gli accordi presi nel corso della seduta del Consiglio comunale a cui presero parte l’assessore Borsellino e la Commissione Sanità dell’Ars. Oggi – conclude Palumbo – voglio ribadire ancora una volta che l’ospedale di Paternò deve essere potenziato, perché l’attuale bozza lo pone come fanalino di coda delle strutture della provincia, penalizzando un territorio che potrebbe invece avere ampi margini di crescita».
Redazione