Ci siamo. L’amministrazione di centrosinistra a Paternò, retta dal sindaco Mauro Mangano, vive proprio in queste ore la sua fase più critica, cioè quella del confronto interno. Uno stallo totale che è registrato dalla città anzitutto, dall’opposizione consiliare (una parte, almeno), ed adesso dalla maggioranza che regge proprio il governo in assise civica. Dopo il passaggio al Pd del presidente del Consiglio, Laura Bottino, il gruppo consiliare “Cittadini in Comune” (lista civica che ha in modo determinante contribuito alla vittoria del sindaco alle amministrative dello scorso 2012), ha deciso di abbandonare l’aula fino alle dimissioni proprio del presidente. Dimissioni che la stessa Bottino ha precisato non arriveranno mai. Dunque? I quattro consiglieri (Fallica, Arcoria, Parisi e Arena) non prendono parte al Consiglio da più di un mese ormai. Il capogruppo del Pd, Giancarlo Ciatto, definì quest’azione “totalmente irresponsabile”, mentre oggi tende una mano agli irresponsabili. Ha dichiarato Ciatto: “Ci rendiamo disponibili a ricomporre l’intera architettura politico-amministrativa”. Non è dato sapere se questa del capogruppo democratico sia una posizione condivisa o meno col suo gruppo.
Infine, notizia fresca di ieri: il Pd paternese presenta al sindaco di Paternò, Mauro Mangano, un documento stilato in sei punti programmatici da realizzare entro i prossimi sei mesi. Non è specificato come si comporterà il gruppo consiliare Pd ove Mauro Mangano non rispetti tali scadenze, ma è presto detto. Il Pd, alle scorse Europee, ha vinto in tutta Italia meno che a Paternò. Forza Italia è al 16,5%, ma a Paternò viaggia verso il 30%, il Pd a Paternò è terzo partito. Qualcosa non torna. Non torna a noi, da sempre legittimamente e onestamente critici nei confronti di questa amministrazione, come non torna a loro stessi. Mauro Mangano, in sintesi, sta piano piano portando il centrosinistra paternese dalle stelle (rappresentate dalla vittoria nel 2012) alle stalle (rappresentate dagli ultimi due tremendi anni di amministrazione). Qualcosa il Pd dovrà pur farla. E l’ha fatta ieri, cioè presentare un documento che metta virtualmente con le spalle al muro il sindaco. Virtualmente, diciamo, perchè Mauro Mangano non permetterà a nessuno di farsi ricattare, e porrà la questione come l’ha sempre posta: io amministro e non faccio politica. Dimenticando che il sindaco è la massima carica politica della città, e dimenticando anche della sua recentissima candidatura a segretario provinciale del Pd. Si è politici a convenienza, quindi? Lo chiarirà la storia.
Intanto, sia chiaro, si prospetta una fase concitata sul piano politico e istituzionale. A Settembre, l’opposizione consiliare capitanata dai consiglieri Ignazio Mannino e Vito Rau, lanceranno una consultazione popolare sull’operato dell’amministrazione comunale. Un atto mica tanto simbolico, dato che sarà data la possibilità ai cittadini di esprimersi chiaramente su sindaco, giunta e maggioranza consiliare. Mauro Mangano se la sentirà di governare sapendo, per esempio, di non essere apprezzato da cinque, sette, nove, dodici mila paternesi? Dall’altra parte proprio la maggioranza, che ricatta il sindaco. Un autorevole consigliere del Pd (di cui preferiamo non fare il nome), nel pomeriggio di ieri ci ha dichiarato al telefono che: “E’ una tattica. Prima di procedere con un atto forte e politicamente significativo, il documento programmatico andava presentato. Così non si può andare avanti”. Bene, dico io. Quindi sarà sfiducia? Risposta: “E’ una ipotesi che stiamo seriamente valutando”.
Andrea Di Bella, direttore editoriale