Il 25 giugno 1974 era un martedì. Sappiamo, cari lettori, che tra voi c’è chi conserva la prima copia di questo quotidiano uscito in quel martedì d’inizio estate. L’edizione di domani sarà sua figlia con quarant’anni in più ma senza dimostrarli. Cambiano i direttori: da Indro Montanelli a Alessandro Sallusti, ma la testata vuole fare sempre goal nella rete del presente. Il tempo di un quotidiano è l’assoluta contemporaneità, come una vita che ha solo un’età: un giorno. Domani davanti alla redazione di via Gaetano Negri numero 4, dalle 9.30 alle 14.30, troverete una postazione di Poste Italiane. Se sul giornale applicherete un francobollo, verrà annullato con il timbro creato per noi da Poste Italiane. È uno dei doni pensato per voi, donne, uomini, ragazze e ragazze che fin dall’inizio siete la «colonna» di queste pagine.
Quante volte in una redazione si pronuncia la parola «colonna»? Una colonna è una teoria di parole, domani sarà una fila di volti umani, i vostri. Troverete anche una cartolina postale: su una facciata la prima pagina di quel martedì che vi proclamava unici editori di una testata libera, sull’altra un francobollo con l’immagine di Indro Montanelli, il giornalista lungo e ossuto che scriveva sui gradini delle strade con una «Lettera 22» diventata il più bel diversivo della penna grazie a lui. Qui dentro Vittorio Feltri la usa ancora, quotidianamente, dentro la stanza che fu di Indro. I tasti battono come allora. Nessuno più di un giornalista sa che il tempo scorre, giorno dopo giorno, ma se c’è un simbolo come la «Lettera 22», s’avverte la continuità di un rito come in una casa. «il Giornale» è una casa. Per noi, per voi, con la felicità e il dolore che il tetto di una casa nasconde.
Un altro dono. Una cartella con fiocchetto in raso blu (una cosa blu porta fortuna alle spose e domani con voi il Giornale sarà un’affascinante sposa quarantenne!) che contiene una copia dello speciale «40 anni con il Giornale».
Sono doni piccoli ma sono di carta, hanno impressa l’anima nera della stampa, nera affinché la luce entri nel cuore dei fatti grazie a donne e uomini convinti che la stampa non perirà come non perisce il mare. Ecco perché festeggiamo, soprattutto domani sera dalle ore 20 al teatro Manzoni. Bruno Vespa conduce una tavola rotonda con cinque direttori (Sallusti, Feltri, Giordano, Belpietro e Cervi) che narrano la storia della redazione. Il brindisi finale augura lunga vita a questo amore iniziato due ventenni fa.
Il Giornale