Nei giorni scorsi ci siamo imbattuti in una struttura fatiscente posizionata nel cuore della città di Paternò. Per la verità la conosciamo benissimo: stiamo parlando dell’ex Palazzo dell’Ente Sviluppo Agricolo, meglio conosciuto come ESA. Le finalità delle attività svolte all’interno dell’edificio sono note a tutti; e l’utilizzo di sostanze chimiche, talvolta dannose prima di tutto per l’uomo, hanno caratterizzato per lungo tempo tali attività.
Una struttura fantasma in disuso da decenni, dicevamo, ma non esente da pericoli che le istituzioni ci hanno abituato a costeggiare, in auto o a piedi, transitando accanto alle mura di via Canonico Renna e di via Isole Eolie. E’ una vergogna a cui ci hanno abituati tutti, destra e sinistra. Una vergogna a cui l’amministrazione ha il dovere di porre rimedio. Un sito interessato anche da diverse strutture sensibili posizionate proprio nei pressi dell’ex Palazzo ESA, come il II Circolo Didattico di Via Vulcano, distante poche decine di metri. Alcuni interrogativi sono d’obbligo, come è d’obbligo per qualsiasi istituzione consapevole dare delle risposte esaustive e complete: di chi è la proprietà della struttura? E’ stata bonificata? Ed in quale data? Chi ha accertato la struttura non fosse più infestata da prodotti e materiale dannoso per la salute di donne, uomini e bambini? Al sindaco Mauro Mangano, insegnante attento e scrupoloso, chiediamo di intestarsi una battaglia di civiltà, cioè quella di interessarsi come nessuno ha mai fatto di questo cancro nel cuore di Paternò, e se possibile favorirne l’abbattimento e la riqualifica. La zona necessita di un’area da adibire a sito di sicurezza in caso di calamità naturali, per esempio. Come al solito, si aspetta che ci scappi prima il morto?
Andrea Di Bella