AUGUSTA – Aprire un tavolo di confronto tra istituzioni, aziende e associazioni di categoria: questo l’obiettivo con cui si è concluso il convegno “Porto di Augusta: ritorno al futuro” che si è svolto a palazzo di Città. Il momento di confronto, fortemente voluto dal Rotary Club di Augusta, ha invitato intorno ad un tavolo i maggiori interlocutori del settore. Dopo i saluti del presidente del Rotary, Salvo Giomblanco, che ha sottolineato la forte determinazione del club service nel promuovere e organizzare l’iniziativa, e del prefetto Maria Carmela Librizzi, è stato il commissario straordinario dell’Autorità portuale, direttore generale per il Trasporto Marittimo del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, Enrico Pujia, a tracciare un quadro della situazione che riguarda il porto, interessato da numerosi progetti di innovazione: dalla sinergia con altri porti nel piano europeo che delinea la macro regione adriatica-ionica ai fondi che saranno utilizzati nell’ambito della coesione territoriale. Due in particolare le innovazioni già in corso: il progetto “Costa” con cui la propulsione delle navi sarebbe ottenuta grazie al GNL, gas naturale da stoccare sulle navi allo stato liquido, e il progetto “Anna” che riguarda l’informatizzazione dei porti.
Il quadro relativo alla Marina Militare e alle sue attività portuali è stato poi tracciato dal comandante di Marisicilia, contrammiraglio Roberto Camerini, che ha evidenziato come nell’area del Mediterraneo transiti il 21% del traffico mondiale: ”Purtroppo l’Italia è un Paese di guelfi e ghibellini e questo frena molto lo sviluppo. Ma le possibilità ci sono e sono ottime”. Per La Marina Militare il porto di Augusta continua ad essere una base strategica; è in corso una rimodulazione dei beni, di cui oggi una parte è in dismissione, mentre altri sarebbero da acquisire per facilitare i collegamenti portuali interni e nuovi servizi. Dall’intervento del comandante della Capitaneria di porto, Raffaele Macauda, è poi emerso il forte limite del porto di Augusta, che ancora oggi è “monotematico” in tema di merci trasportate: quasi il 90%, infatti, sono prodotti petroliferi.
Il dibattito si è poi acceso nella seconda parte in cui il rappresentante dell’Assoporto, Davide Fazio, il presidente di Confagricoltura Siracusa, Massimo Franco, e il rappresentante di Legambiente Augusta, Enzo Parisi, hanno fatto delle proposte per il rilancio: dalla creazione di un punto franco e nomina di un “presidente di livello” (Fazio), che possa con autorevolezza e competenza farsi carico del rilancio del porto, al recupero della nave che trasportava prodotti agroalimentari, al momento soppressa: ”Ogni giorno partivano con quella nave circa 9 mila tonnellate di ortofrutta, ovvero 18 mila pedane. Se questo servizio fosse ripristinato – ha detto Franco – sarebbe uno stimolo importante per tutta la nostra provincia”. Enzo Parisi (Legambiente) ha infine tracciato un quadro storico del porto, invitando le istituzioni competenti a investire in nuovi metodi di approvvigionamento energetico per rilanciare l’infrastruttura.
Il piano per il rilancio, intanto, può vantare già due eventi di caratura internazionale a cui il Commissario Puja sta lavorando: il primo, che si svolgerà a novembre, e riunirà ad Augusta il comitato tecnico per la nautica; ed un secondo, che dovrebbe coinvolgere anche le altre Autorità Portuali della Sicilia Orientale, a cui potrebbero partecipare i rappresentanti dell’Unione Europea.
L’iniziativa ha suscitato grande interesse in città e nella zona orientale in generale. Ad assistere ai lavori anche alcuni componenti del Tavolo per le imprese di Catania, che hanno commentato positivamente l’iniziativa: “Guardiamo con grande attenzione iniziative come queste, che abbiamo organizzato anche a Catania appena due mesi fa – ha dichiarato Aldo Monaca, componente del Board Infrastrutture de Il Tavolo,–. A nostro avviso da Messina a Gela, passando naturalmente per Augusta – che si è distinta per la straordinaria crescita – la rete portuale della Sicilia orientale deve essere custodita in un unico distretto, sotto la guida di una propria authority, perché la scelta ministeriale di individuare una sola cabina di regia a Palermo è, a nostro avviso, penalizzante per questo territorio. Messina, Catania, Siracusa, Augusta, Pozzallo e Gela devono, invece, fare sistema, superando le logiche di campanile ed esaltando vocazioni e potenzialità. È una soluzione che porterebbe alla razionalizzazione e al potenziamento delle singole strutture portuali all’interno di un unico sistema di area vasta, come per altro richiesto dall’Unione Europea.Naturalmente lo scalo portuale deve essere sostenuto da una logistica e da una rete di infrastrutture che ne aumentino l’attività e possano attirare gli investimenti. Il porto, nella nostra economia di Isola, è la più importa risorsa economica dopo gli aeroporti e la Sicilia, di recente, con il declassamento di Catania Fontanarossa ha subito uno schiaffo che non deve essere ripetuto”.
Redazione