Ha vinto l’entusiasmo e la correttezza, ma non di tutti. Tutto il resto sono state e continuano ad essere – anche durante queste ultime ore che precedono il voto – un continuo gioco al massacro elettorale, manco si trattasse di elezioni Politiche nazionali. Ma come qualsiasi elezione che si rispetti, sia essa anche l’elezione per eleggere l’amministratore di condominio, è stata combattuta come forse mai era accaduto prima. L’antipolitica è dilagante, ma non è la giusta risposta alla malapolitica. Il contrario di malapolitica è la buona politica, e la buona politica è amore prima di ogni altra cosa verso se stessi e il luogo in cui si vive.
In special modo durante queste ultime settimane di campagna elettorale, Ragalna è stata poco amata e tanto assaltata, da politici e politicanti di ogni specie. Noi per primi, accusati di esserci messi a novanta gradi durante tutta la fase di propaganda, non abbiamo fatto altro che il nostro mestiere. Ma chi ci conosce sa bene che il nostro mestiere non lo abbiamo mai inteso in quella posizione, ma con la schiena dritta, sia pure da una precisa e legittima prospettiva. Lo facciamo da anni con la convinzione che la presa di posizione politica sia la migliore risposta proprio a quel servilismo strisciante che ammorba dentro gli uffici e le segreterie di tutti i partiti e di tutti i candidati. Siamo così per scelta precisa, ed anche se questo può averci forse inimicato una certa politica e una certa manovalanza da quattro soldi, sono pronto a giurare che di contro esiste un’altrettanta platea che le nostre posizioni le ha apprezzate e talvolta condivise.
A Ragalna si vota domani. Nella nostra mente abbiamo scelto sempre e comunque di stare dalla parte che ritenevamo giusta, che non è necessariamente quella che si aspettano gli altri. Lo abbiamo fatto a Paternò nel 2012, lo abbiamo fatto in occasione delle scorse elezioni regionali e Politiche, e lo facciamo anche oggi. Il miglior modo di intendere la globalizzazione è valorizzare quanto di buono le comunità locali riescono a produrre. Vittorio Carone, il candidato sindaco del centrodestra, ha forse peccato di presunzione nel volere inaugurare una nuova stagione politica all’insegna della continuità. Prima di tutto perché la continuità non è sempre positiva. Secondariamente perché essere padre nobile, dopo avere contribuito nel bene e nel male alla crescita della classe dirigente del centrodestra a Ragalna, gli avrebbe regalato l’opportunità di essere più amato e apprezzato di com’è oggi. Prego l’avvocato di non offendersi per queste mie parole, perché sono ferme ma sincere. E la sincerità è un valore fuori mercato che in molti sconoscono. Il processo di democratizzazione di quest’area politica poteva e può ancora partire da Ragalna, che è considerato talvolta un termometro della politica che vive e opera nella più vicina e grande Paternò. Il risultato che verrà fuori dalle urne lunedì prossimo, qualsiasi esso sarà, insegnerà molte cose prima di tutto al candidato sindaco Carone, che ammiro da professionista stimato del territorio. Gli esponenti politici sul palco, altro errore. E la leggenda della politica della staffetta senza fine non è che una verità incontrovertibile che nessuno può smentire. Di fatto, nemmeno uno delle volte accomodante come il sottoscritto avrebbe accettato una tale operazione. E lo dico con l’amaro in bocca, perché le posizioni mie e di questo foglio sono universalmente conosciute e riconosciute. Ma come dicevo prima, camminare a testa alta e schiena dritta è la prima prerogativa irrinunciabile che ci prefiggemmo nel 2009, quando decidemmo di scrivere la nostra Libertà. Lo continuiamo a fare.
Salvo Chisari ha sbagliato anche lui. E’ stato troppo buono. Ho avuto la fortuna di conoscerlo meglio di come chi legge può immaginare, e gli riconosco un’abilità da mediatore politico e umano che non sempre fa bene. Delle volte il buon viso al cattivo gioco non può che rappresentare la giusta strada da percorrere. Altre volte, il cambio di rotta deciso può rappresentare un toccasana. Ha rotto con qualcuno, Chisari, che ha preferito sedersi e stringere con altri. Poco importa. Il risultato è stato quello di concepire un gruppo forte, sia pure eterogeneo, che apprezza prima di ogni altra cosa il progetto e il suo leader. Non è una questione da poco. Vittorio Carone, per esempio, non può dire lo stesso. Accanto a lui siedono alcune donne e uomini che non lo apprezzano affatto, e che girano per strada parlando in un certo modo, salvo poi tacere per sorridergli quando lo guardano negli occhi. E’ un affronto grave che nessun politico del 2000 dovrebbe permettersi e permettere. Ad ognuno il suo. Salvo Chisari questa selezione l’ha forse fatta a monte, facendo scelte anche personalmente gravi che hanno precluso il dialogo con alcuni, ma che hanno permesso il ricongiungimento (ufficiale e non) di due aree molto forti che alle scorse amministrative del 2009 correvano divise. Stia attento anche Chisari, però. Lo scrivemmo già alcuni giorni addietro: essere di cuore buono non equivale ad essere fessi. Ed essere sindaco, in una fase politica come questa, sarà una responsabilità enorme. Il Movimento Cinque Stelle a Ragalna lo ha capito forse prima di tutti, ed ha intrapreso una campagna elettorale vergognosa che nessuno riesce a decifrare. Un candidato sindaco non può andare in tv a chiedere i voti disgiunti. Questo significa due cose: prima di tutto che il candidato sfotte la sua squadra; secondariamente, il candidato sfotte se stesso credendo forse di non essere nemmeno all’altezza di avere un elettorato proprio.
Anche Ragalna rientra a pieno titolo nel dibattito politico, ed il fatto di votare in concomitanza alle europee espone la comunità al forte pericolo di essere trascinata dentro una spirale populista che non serve a nessuno, nemmeno ai grillini. Serve pragmatismo, misto ad una buona dose di follia e coraggio. Se non si ha il coraggio di essere anche un po’ pazzi, delle volte, non avremo mai modo di scoprire tante cose. Ragalna ha anche lei la sua opportunità: l’opportunità di avere coraggio. Cambiare non significa rinnegare il passato. Cambiare significa scommettere e scommettersi. Cambiare significa sperare.
Andrea Di Bella