Aprile 1960. “Baudo Giuseppe di anni 24. Fantasista. Buona presenza. Buon video. Discreto nel canto. Suona discretamente il pianoforte. N.B.: può essere utilizzato per programmi minori”. Tocca scartabellare negli archivi Rai e andare indietro di cinquantasei anni per trovare questa chicca, la scheda del provino di Pippo Baudo – nato Giuseppe Raimondo Vittorio Baudo – firmata da quel gigante di Antonello Falqui con Lino Procacci. Da lì ebbe inizio la storia televisiva del conduttore più longevo della tivù italiana, lo batte solo Piero Angela, che festeggia proprio oggi i suoi 80 anni. Un compleanno davvero speciale, come speciale è stata la sua carriera sempre da numero uno tra programmi culto, 13 Festival di Sanremo, polemiche, scivoloni e inaspettate rinascite televisive.
Pippo Baudo, 80 da mattatore del piccolo schermo
Nato a Militello in Val di Catania il 7 giugno 1936, laureato in Giurisprudenza, comincia a lavorare in tv negli anni Sessanta e la svolta arriva nel ’66: a causa di una bobina difettosa di Rin Tin Tin, la Rai manda in onda la puntata pilota di Settevoci e il successo è così clamoroso che Ettore Bernabei lo mette subito in programmazione. Da lì al primo Sanremo, nel ’68, il passo è breve è scatta una carriera inarrestabile che passa per titoli cult come Canzonissima e Senza rete per approdare a Domenica In che lo consacra come icona nazionalpopolare.
Il passo successivo è la conquista dei mitologici sabato sera con Fantastico, emblema del grande varietà all’italiana, nel quale lancia grandi personaggi come Heather Parisi, Lorella Cuccarini e ancora Beppe Grillo che proprio durante Fantastico 7 si lascia scappare una battuta sui socialisti che costano a Baudo il posto in Rai. Così Pippo approda a Canale 5 da dopo appena due anni torna in Rai e ricomincia non senza difficoltà la scalata al successo, fino al record di cinque Sanremo consecutivi, dal ’92 al ’96. A causa di un’inchiesta giudiziaria lascia nuovamente Mamma Rai per Mediaset ma l’esperienza dura poco e si rivela fallimentare: la crisi sembra definitiva, ma Baudo non si abbatte e ricomincia dal teatro e poi da Rai 3 con Giorno dopo Giorno e torna sulla rete ammiraglia prima con Novecento poi con altri tre Festival, l’ultimo nel 2008 ovvero un anno dopo il divorzio da Katia Ricciarelli dopo 18 anni di matrimonio. L’ultimo programma? Il viaggio, nel 2013, su Rai 3 poi a seguire il ruolo di giurato nel talent Si può fare condotto da Carlo Conti, da molti considerato il suo erede.
Così la Rai celebra il suo compleanno
Per festeggiare il compleanno di Pippo Baudo, Rai Storia manda in onda questa sera una programmazione tutta dedicata al mattatore della tv italiana. Si comincia alle 21.30 con il documentario Pippo Baudo, la cultura si fa spettacolo, di Enrico Salvatori ovvero un ritratto inedito del conduttore tra carriera televisiva e vita privata. Alle 22.30 si passa a Varietà, il programma di Rai Cultura che racconta i varietà storici targati Rai tra gli anni ’70 e ’90: questa sera tocca a Fantastico, con alcune delle annate culto condotte proprio da Baudo. Chiude il compleanno di Baudo, alle 23, una sintesi della puntata di Fantastico 7 – trasmessa da Rai 1 il 4 ottobre ’86 – in cui il conduttore ospitò Tina Turner, Gigi Proietti, Ornella Vanoni. E Rai Movie festeggia il suo compleanno con due film musicali: Il suo nome è Donna Rosa di Ettore Maria Fizzarotti (alle 7.25) e W le donne di Aldo Grimaldi (alle 9.05).
Caro Pippo, tanti auguri!
Caro Pippo, scivolare dagli auguri all’eccesso di retorica è un attimo e forse per questo non hai voluto nessuna celebrazione nonostante un compleanno così speciale. Ma permettici almeno oggi di cedere alla tentazione e di eccedere con i mattatore, icona della tivù, gran visir del piccolo schermo, reuccio di Sanremo, istituzione e con il crescendo di tutto aggettivi che conosciamo. Il vero torto sarebbe scadere nella nostalgia – “ah, non c’è più la tv di una volta, signora mia” – invece di riconoscere che sì, come pochi altri grandi, hai saputo imporre il tuo stile e farne una cifra distintiva che ha solcato i mari della tivù per oltre cinque decenni. Tra clamorosi alti e qualche rumorosissimo tonfo, polemiche croccanti (come quelle con Antonio Ricci) e scelte distintive, “l’ho inventato io” e personaggi irriconoscenti – perché, come ripeti spesso tu, la riconoscenza è il sentimento del giorno prima – Sanremi al gusto di liturgia, orgoglio nazionalpopolare e melomania spinta, didascalismo e imprevedibilità.
Col gioco degli opposti potremo andare avanti per qualche ora, ma il rischio della tanto temuta celebrazione è dietro l’angolo perciò conviene limitarsi a farti gli auguri. A nome di tutti gli adepti del “baudismo”, dei tele-dipendenti, di chi cerca il tuo erede ma ancora non l’ha trovato, di chi ti ha invidiato e detestato e di chi non ha mai capito come riuscissi a stare in tivù anche quando lo schermo era spento. Auguri Pippo, auguri fantasista!