Questo giornale nacque a seguito di una sfida nel 2011. Mi fu impedito in altri ambiti di realizzare un foglio che offrisse la possibilità a molti giovani di esprimersi, di dire la propria, di denunciare, di sensibilizzare e sensibilizzarsi. Ci fu negata la libertà di dire qualcosa. Serbai tutto nel mio cuore, e meno di un anno dopo nasceva Freedom24. Partirono le critiche, com’era ovvio che fosse. E partimmo anche noi, insieme a questo imprevedibile ma ispirato progetto editoriale.
Con molti amici, poi divenuti colleghi, abbiamo tracciato a mio avviso in modo significativo la storia recente del giornalismo di questa città, senza scontare critiche né alla sinistra né tanto meno al centrodestra di governo locale e nazionale. Anni in cui da giovani ma attenti osservatori, decidevamo di scrivere nero su bianco ciò che ritenevamo ingiusto, sempre dal punto di vista dei cittadini. Un punto di vista che è in larga parte coinciso con il nostro. Ed oltre che di un certo giornalismo, abbiamo scritto per la prima volta ed in modo autorevole una pagina nuova dell’opinionismo politico e militante: i giornalisti possono essere anche solo cronisti, ma finché si fermano all’auto ribaltata sul corso principale non avranno reso un servizio autentico alla comunità cui si rivolgono, sia essa una platea locale o l’intera Nazione. L’auto ribaltata è il fatto, noi abbiamo spiegato il perché quell’auto si è ribaltata. Lo abbiamo fatto da una nostra legittima prospettiva, condivisibile o meno, ma sempre la nostra. Lo abbiamo fatto con passione e senza ricevere mai – a differenza di tutti gli altri fogli della città – un finanziamento pubblico da nessuna Amministrazione comunale paternese né di destra né di sinistra, liberi da condizionamenti diretti della politica che governa, coscenziosi ma fermi nelle nostre posizioni che sono quelle della gente comune, dei cittadini che camminano per strada, quella gente che non si spiega i ribaltoni, i cambi di casacca, i tradimenti della politica, la mala amministrazione, l’inefficienza e la lentezza della burocrazia. Lo abbiamo fatto con convinzione, con orgoglio, con enormi sacrifici, offrendo spazi di libertà a chiunque volesse, di qualsiasi estrazione politica fosse, giornalisti e non.
Freedom perché Libertà ma anche autocritica, perché chi non ammette i propri limiti non costruisce. E chi non costruisce, non cresce. Noi abbiamo saputo ammettere i nostri limiti. Anche la caparbietà può divenire un limite, perchè l’audacia con cui si è portati ad esprimere le proprie posizioni può chiudere tante porte. A noi è successo anche questo, sappiamo come funziona: lo so io e lo sa chi scrive in queste colonne difficili ma che provano a spiegare il motivo per cui accadono le cose, che è poi la cosa più importante. Siamo cresciuti con i nostri lettori, quelli della carta stampata e quelli virtuali, anche loro lettori in carne e ossa che accompagnano il nostro percorso di crescita umana e professionale dal 2009 (anno in cui nacque Freedom24 su internet), e che hanno seguito ogni nostro passaggio restituendoci un’enorme fiducia, fino a giungere al risultato di essere la più grande comunità virtuale di informazione e opinione della città di Paternò (ed anche del comprensorio etneo) con decine di migliaia di likes su Facebook e moltissimi altri su Twitter. Giornale stampato su carta, dunque. Ma anche modernità.
Paternò, dicevamo, ma anche tanta Italia e tanta Europa. I governi, i partiti, i leader, i giornali e i giornalisti. Freedom è stato e continua fortunatamente ad essere ancora un mezzo attraverso cui tanti giovani (l’età media dei nostri lettori sul web è 29 anni) trovano stimolo nell’interessarsi alle aule parlamentari, alle Amministrazioni locali e regionali, alle opinioni di intellettuali e personaggi pubblici anche nazionali che hanno deciso di prestarsi alle campagne di sensibilizzazione sul recente Referendum abrogativo sulle trivelle ed alle nostre numerose pagine dedicate alle interviste. Siamo uno dei pochi giornali del comprensorio etneo ad offrire spontaneamente la nostra umile sia pure numerosa platea ai politici e non solo, segno evidente di come intendiamo la libertà non tanto una virtù imprescindibile del nostro comunicare, ma anche e soprattutto del comunicare degli altri. Di recente l’apertura significativa e specifica al capoluogo etneo con Freedom24CATANIA, la sezione catanese del giornale a cura di Valerio Musumeci che si occupa della città da ogni punto di vista: politica ma anche attualità e soprattutto sport con uno sguardo attento al Catania Calcio.
Tutto questo per dirvi che dalla prossima edizione freepress di Freedom24 assumerò la direzione responsabile del giornale. Un giornale che manterrà intatte le sue caratteristiche fondanti, che sono il rispetto prima di ogni cosa verso il lettore ed il suo diritto a conoscere la verità senza che un giornalista qualsiasi gliela filtri attraverso un comunicato stampa generico e spesso appiattito sulle posizioni di chi ne commissiona la stesura: il fatto sì, ma soprattutto il perché. E poi la politica e i movimenti dei politici, perché se non se ne parlasse più i cittadini finirebbero per restare succubi di donne e uomini cui interessa l’ignoranza di noi amministrati. Approfitto dell’occasione per ringraziare il collega Daniele Lo Porto per avermi insegnato cos’è una notizia, cos’è l’amicizia, cos’è il rispetto. E per avermi preceduto fin qui. Ringrazio dal profondo del cuore anche la professoressa Franca Zappia, che firmò per noi il primo editoriale e che continua a collaborare assiduamente ancora oggi: senza di lei forse non sarei diventato né un modesto giornalista né tanto meno un certamente chiacchierato direttore.