Dunque ricapitoliamo: ci sono i talk show, i reality show, i talent show, i think show (Gianni Riotta grazie!), ma al Dolcenera-teo-show non c’eravamo ancora arrivati. E quindi ci ha pensato lei, la cantante pugliese, a inventarselo per la gioia di quanti – davanti alla televisione, tra un brano e l’altro di una improbabile boy-band e una dichiarazione di matrimonio lesbica ben condita – volessero approfondire i temi di Dio e della religione, della teologia cristiana, in particolare. L’invenzione si è compiuta durante l’ultima puntata del solito “The Voice of Italy”, su Rai2, quando Dolcenera ha avuto un pesantissimo scazzo (pardon) nei confronti di una concorrente che, diciamola tutta, semplicemente le sta sul sedere dall’inizio della trasmissione. Giuliana Ferraz, la malcapitata destinataria, avrebbe avuto la colpa di aver dichiarato di ritenere “un dono” la propria capacità nel canto. Ed ecco Dolcenera intervenire in quella che sarà ricordata come la prima esperienza teo show della storia della televisione mondiale: «La questione è che quando ti sei presentata qui all’inizio – dice la giudice – dicendo “Dio mi ha dato un dono, sono qui per mostrarlo” a me ha dato fastidio perché nella religione cristiana il dono è la sofferenza. Il dono non è avere. Per cui una dichiarazione di questo tipo, dal mio punto di vista, da credente come sono, è sbagliata. Il dono non è un talento». Sì. Anche noi come il lettore siamo rimasti catatonici, ma l’alta teologia, di matrice chiaramente balthasariana, non è cosa che si possa comprendere con una lettura o con un primo ascolto. Le parole di Dolcenera andranno meditate, preferibilmente la sera o al buon mattino, e digerite lungamente nella propria coscienza fino a divenire elemento di costruzione per una morale cristiana definitiva. Grazie Dolcenera, soprattutto per non esserti lasciata impressionare dalla banalissima replica della concorrente, per la quale «il Signore dà un dono e un talento diverso a tutti, ma io ho detto quello che avevo nel cuore, sono una persona trasparente». Povera sciocca. Lei. La Croce – Quotidiano