Roma. Sostegno a Marchini. Meloni pone il veto. Accordo unitario su Bertolaso. Passo indietro di Meloni-Salvini su Bertolaso. Meloni sindaco e Bertolaso ancora in campo. Poi il dietrofront totale: ancora passo indietro di Bertolaso e tutti su Alfio Marchini. Spiegazione: “Marchini era la nostra prima opzione, ma la scartammo perchè ci fu il veto di un alleato della coalizione”. Ira di Meloni: “Renzi chiama, Berlusconi risponde”. La verità è un’altra ed è che si è trasformata un’elezione amministrativa, sia pure importante come può essere quella della capitale, in una rincorsa alla nuova leadership del centrodestra.
Non erano i piani di Berlusconi (a cui da queste colonne è stato già ampiamente rimproverata la apparentemente inspiegabile giravolta al centro), ma ad una condizione sia pure strettissima il leader di Forza Italia s’è dovuto adattare. E se l’obiettivo del duo Meloni-Salvini è divenuto man mano non ottenere la guida di Roma ma la leadership del centrodestra, anche Berlusconi è stato costretto a spostare l’attenzione. E all’indomani dell’ufficializzazione della candidatura di Giorgia Meloni al Campidoglio, Berlusconi ha dettato al quotidiano IlGiornale un rinnovato manifesto politico per Forza Italia: “Il movimento è una forza politica di centro moderato, alleato della destra”. Musica per le orecchie di Alfano e Casini. In soldoni: se la leadership di Berlusconi è in discussione a destra (il dietrofront dopo la manifestazione della Lega a Bologna è palese), tiene ancora al centro, dove Alfano, Casini, Verdini e Fitto non raggiungono tutti insieme nemmeno il 4%. L’obiettivo finale di Berlusconi è questo: portare dritta la barra in un’area che va da Renzi a Meloni, aggregare nuovamente tra i cosiddetti “moderati”, e tornare così ancora competitivo agli occhi di quelli che restano gli alleati naturali anche nell’imminente futuro, vale a dire la Lega e Fratelli d’Italia. Perchè se l’elezione del sindaco della capitale è importante, ancor più importanti saranno le prossime elezioni Politiche. Ed il sostegno ad Alfio Marchini (anche candidato di Area Popolare e presto anche di Francesco Storace) sottoscrive quanto fin qui esposto: a Roma Berlusconi adesso conta di ottenere un voto in più di Giorgia Meloni e mantenere la leadership.