La Regione non paga e le aziende rischiano la chiusura. Pogliese: “E’ deserto, intervenire”

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di Redazione

Undici aziende catanesi al buio, senza la possibilità di produrre e quindi di vendere, introitare e pagare i lavoratori. Accade in questi giorni alla zona industriale di Catania, dove a causa di mancati pagamenti da parte della Regione si rischierebbe la chiusura di diverse attività. Dura la denuncia dell’eurodeputato Salvo Pogliese, che sulla vicenda ha chiesto chiarimenti immediati. «Sotto il malgoverno di Crocetta la Sicilia è al buio – dice l’esponente di Forza Italia in un comunicato – Lo stesso cui sono relegate le undici aziende dell’Incubatore di Sviluppo Italia Sicilia, nella zona industriale di Catania, perché la Regione non paga le bollette della luce. Il risultato è che queste aziende devono fermare la produzione e non posso rispettare le consegne, mettendo a serio rischio il loro futuro e il posto di lavoro dei loro dipendenti. Ecco come Crocetta e il suo governo aiutano l’economia siciliana e le imprese».

L’attacco tutto politico fa luce su un caso obiettivamente scandaloso: “Incubatore di Sviluppo Italia Sicilia” è un conglomerato aziendale partecipato al 100% dalla Regione Siciliana, che detiene quindi tutti gli oneri di spesa. Le aziende, scrive Mario Barresi su La Siciliarischiano il distacco dell’energia elettrica: 41.760 euro (per il periodo gennaio-aprile 2016) non pagati dall’ente regionale. E dunque il distributore – Europe Energy Gas & Power – martedì ha comunicato la “richiesta di sospensione della fornitura per morosità”».

«Ciò che sta succedendo alla zona industriale di Catania – continua l’eurodeputato forzista Pogliese – è sintomatico della totale assenza di una politica di sostegno alle imprese da parte del governo Crocetta il cui ultimo risultato ha prodotto la “morte” di Sviluppo Italia Sicilia, un ente che, pur tra mille difficoltà, riusciva a dare un supporto nel deserto economico e aziendale in cui si sta trasformando purtroppo la Sicilia. Un altro grande traguardo raggiunto dalla “rivoluzione” di Crocetta». Si spera che la Regione trovi il modo di provvedere per tempo al saldo del debito, permettendo a una realtà importante (centinaia di lavoratori) di continuare a produrre e a garantire un futuro ai propri collaboratori. Sarebbe assurdo se in Sicilia, nel 2016, molte persone rischiassero il lavoro perché qualcuno non paga le bollette. Un’altra triste storia si aggiungerebbe alle centinaia che giornalmente disegnano il quadro di una regione desertificata, senza più speranza e per di più caduta nel ridicolo