di Gabriele Pocina
Su tutti i giornali si parla dello scandalo causato da Bruno Vespa. Il conduttore di “Porta a Porta” ha provocato lo sgomento nazionale per l’intervista rivolta al figlio di un criminale, al figlio di un mafioso. Totò Riina, condannato per molteplici omicidi tra cui le stragi di Capaci e di via D’Amelio. Mentre sulla RAI andava in onda Salvo, figlio di Totò, sul canale 8 del digitale terrestre si è esibita Chiara. Una ragazzina di sedici anni che ha dedicato i suoi cento secondi a Peppino Impastato. Figlio di un mafioso anche lui. Che strano gioco del destino, due figli di mafiosi in televisione nella stessa sera. Una sola differenza, Peppino ha deciso di stare dall’altra parte, ha deciso di non seguire il padre, Peppino ha avuto le palle di mettersi contro il padre. Contro la mafia. Ed ecco che Chiara lo grida. Lo grida come lo gridava Peppino, ha la voglia di trasmettere qualcosa, ha la voglia di far vibrare i cuori di chi la guarda ed entrarvi dentro, ha la voglia di scuotere il suo pubblico. Ma è proprio il suo pubblico ad essere limitato. Di nuovo, come quando fu per Moro. Di nuovo, perché il modo migliore per nascondere è tenere in ombra, e allora spostiamo le luci su altro. Grazie Chiara per questo alto momento, perdona la RAI e perdona Bruno Vespa. Guidare il popolo istruendolo su principi morali, dovrebbe essere questo il dovere del primo canale televisivo pubblico.