di Alessandro Sallusti
Oh mamma mia, ci manca solo che la politica italiana si avviti attorno al pancione di Giorgia Meloni, alla quale ovviamente auguriamo una maternità felice e serena. Oh mamma mia, adesso il problema degli italiani sarebbe se una donna incinta può o non può affrontare una maratona elettorale quella per conquistare la poltrona di sindaco di Roma – fatta di stress, nottate in bianco e scarpinate quotidiane. Oh mamma mia, io non saprei, ragiono da uomo: se fosse la mia compagna le consiglierei vivamente di non farlo per spirito di protezione, non per sessismo – ben sapendo che alla fine le donne fanno solo quello che vogliono.Ma soprattutto, tra un «oh mamma mia» e l’altro ci siamo persi per strada il centrodestra. Mamma Meloni e papà Salvini hanno infatti concepito ieri un nuovo raggruppamento fatto solo da Lega e Fratelli d’Italia. Il parto avverrà stamane a Roma, fiocco rosa, con la Meloni candidata sindaco contro Guido Bertolaso che correrà per la sola Forza Italia.Siamo alla fine della storica coalizione che dal ’94 si contrappone, spesso con successo, alla sinistra? Siamo onesti, probabilmente sì. È un male assoluto? Altrettanto onestamente, probabilmente no.
Se la mossa del duo Salvini-Meloni è azzeccata nei modi e nei tempi saranno gli elettori a dirlo. Non bisogna farsi ingannare dai sondaggi che oggi abbiamo a disposizione, scomporli e ricomporli come se la politica fosse solo numeri. Il 50% degli italiani dichiara di non andare a votare perché scontento dell’attuale offerta politica, a destra come a sinistra, quindi anche dell’attuale centrodestra. Quanti di questi cittadini potrebbero essere invogliati a tornare alle urne a fronte di un quadro più chiaro e definito, di minor litigiosità tra partiti formalmente soci, ma in realtà separati in casa e non da ieri?Questa è la scommessa, anche se, stante lo smarrimento speculare della sinistra, ci sembra più un’occasione persa di assestare un colpo al renzismo, un azzardo per i sogni di gloria dei due giovani sposi. Chi ha meno da perdere, paradossalmente, è proprio Forza Italia, oggi stimata al minimo dal 12 al 14% – della sua storia. Senza alleati scomodi e invadenti, senza dover ricorrere al compromesso infinito o rispondere di colpe non sue, in teoria dovrebbe risalire la china del consenso. Il bello della politica è che il gioco non finisce mai. IlGiornale