La candidatura di Laura Bottino a sindaco di Paternò non sembra aver sorpreso proprio nessuno. Da tempo ormai il dualismo con il sindaco Mauro Mangano è nell’aria. E peraltro circa un anno fa la stessa Bottino, in risposta ad una lettera aperta del direttore Andrea Di Bella, ebbe a dichiarare che «Sono affascinata dalla vetta», dove per vetta era intesa la poltrona più importante del Palazzo di Città, ovvero quella di primo cittadino. Ma se la prematura discesa in campo di Laura Bottino non stupisce affatto gli addetti ai lavori, tra i consiglieri comunali serpeggia già aria di rivolta. Ebbene, dopo la dichiarazione pubblica del presidente del Consiglio Comunale, è arrivata immediata la presa di posizione del consigliere Ivan Furnari, che si è lasciato andare ad una dichiarazione inequivocabile: «È chiaro ed evidente, infatti, come in questo modo il Consigliere Comunale Laura Bottino abbia perso il proprio ruolo super partes che è poi quello che un buon Presidente del Consiglio deve necessariamente avere». Morale della favola: dimissioni da presidente, ed elezione di un presidente realmente scevro da velleità politiche e che conduca serenamente i lavori dell’assise. Dello stesso avviso il consigliere Vito Rau: «Laura Bottino dovrebbe lasciare la carica di presidente. Sarebbe una posizione corretta e dignitosa. In più, potrebbe sempre sottoporsi ad elezioni primarie, e verificare così la reale consistenza del suo progetto».
VERSO LA REDAZIONE DI UN DOCUMENTO CHE SFIDUCI POLITICAMENTE LA PRESIDENTE – La discesa in campo del presidente del Consiglio Comunale non è stata accolta positivamente né dal Partito Democratico (partito a cui ha aderito la stessa presidente Bottino, dopo la fuoriuscita dal movimento civico Cittadini in Comune), né dai consiglieri comunali eletti proprio nell’ex famiglia civica di Laura Bottino, che hanno conservato le riserve nel corso delle ultime settimane in attesa del momento utile più propizio. Insieme alla stragrande parte dell’opposizione consiliare, infatti, si starebbe pensando di redarre un documento politico-istituzionale attraverso cui sfiduciare politicamente Laura Bottino, con il fine ultimo di mostrare all’Assise Civica e alla città che la stessa Bottino, dopo il passaggio da presidente del Consiglio a candidato sindaco e quindi soggetto politicamente attivo, non rappresenterebbe più quello status super partes che si conviene a qualsiasi carica istituzionale. Come è noto, non esiste l’istituto della sfiducia consiliare vincolante, cioè che determini un coatto allontanamento del presidente democraticamente eletto dall’assemblea. E’ anche vero che la firma unanime del Consiglio (eccezion fatta per i consiglieri Ciatto e Buttò, quest’ultima coordinatore cittadino di Nuovo Centrodestra ed attualmente entrambi vicini alla presidente Bottino), metterebbe spalle al muro la stessa Laura Bottino, che a quel punto dovrebbe valutare seriamente le dimissioni.