Papa Francesco: il ricovero, la gravità dei momenti. Il racconto del dott. Alfieri

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Nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il medico che ha seguito Papa Francesco durante il suo ricovero di 38 giorni al Gemelli di Roma ha raccontato alcuni momenti significativi della degenza, rivelando dettagli sulla salute del Pontefice e sul suo stato d’animo.

Il Papa, ha spiegato il medico, era perfettamente informato sulle voci che circolavano sul suo stato di salute, comprese quelle più estreme che lo davano per morto. La sua reazione? «Ha sempre risposto con la solita ironia», ha detto il medico, sottolineando il carattere del Pontefice anche nei momenti più difficili.

Uno dei ricordi più intensi riguarda proprio quei giorni complicati: «Nel periodo più difficile, mi stringeva la mano per qualche minuto, come a cercare conforto». Un gesto che testimonia la fragilità del momento, ma anche il legame che si è creato tra il Papa e il suo team medico.

Sebbene il Pontefice sia stato dimesso, la sua salute resta sotto osservazione: «Abbiamo prescritto due mesi di convalescenza “protetta”, perché il pericolo non è del tutto superato». Tra le precauzioni indicate c’è il consiglio di evitare contatti con gruppi di persone e bambini, che potrebbero essere veicolo di infezioni. «Quando è andato via – ha aggiunto il medico – ci siamo parlati e ci siamo promessi di non sprecare la fatica fatta. Ma alla fine lui è il Papa: non possiamo dettare noi i suoi comportamenti».

Infine, il medico ha ricordato l’emozione del momento delle dimissioni, descrivendo il ritorno alla quotidianità del Pontefice dopo un lungo periodo in ospedale: «Quando l’ho visto uscire dalla stanza vestito di bianco, ho provato un’emozione fortissima. Era l’uomo che tornava a essere Papa».