Dopo 38 giorni di ricovero al Policlinico Gemelli, uno dei periodi più lunghi di ospedalizzazione per un Pontefice, Papa Francesco ha lasciato l’ospedale per fare ritorno a Santa Marta. Ad attenderlo, però, c’è un lungo percorso di recupero: per almeno due mesi dovrà seguire una rigorosa convalescenza, con terapie mirate, riposo assoluto e contatti limitati per scongiurare il rischio di infezioni. Una condizione che inevitabilmente avrà ripercussioni sulla sua agenda, proprio mentre si avvicinano i riti pasquali e gli eventi giubilari.
I medici hanno raccomandato fisioterapia, una graduale riduzione del supporto di ossigeno, un regime alimentare controllato e l’evitamento di impegni eccessivi. La sua età avanzata e la recente polmonite bilaterale che lo ha messo in pericolo di vita impongono la massima cautela. Tuttavia, tenere fermo il Papa non sarà semplice: Francesco ha sempre manifestato il desiderio di essere vicino ai fedeli, e il calendario degli eventi giubilari e delle celebrazioni pasquali è fitto. Per ora, è certo che non parteciperà al Giubileo dei missionari della Misericordia (28-30 marzo), né al Giubileo degli Ammalati e del Mondo della Sanità (5-6 aprile). Anche la Domenica delle Palme e il Triduo pasquale, inclusa la Lavanda dei piedi, rischiano di subire modifiche: il rito, che negli anni scorsi ha portato il Papa tra detenuti e migranti, potrebbe dover essere ripensato o affidato a un sostituto.