Caso Almasri, caos in Parlamento. Camera e Senato bloccati. La Russa fa quadrato: “Attacco a Giorgia Meloni”

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Il Parlamento si ferma. Lo scontro tra governo e opposizioni sul caso del comandante libico Almasri ha portato alla sospensione dei lavori di Camera e Senato fino al 4 febbraio, in segno di protesta per l’assenza di una rapida informativa sulla vicenda. Al centro del caso c’è un’indagine per peculato e favoreggiamento che coinvolge la premier Giorgia Meloni, insieme ai ministri Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e al sottosegretario Alfredo Mantovano.

Sul punto, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha minimizzato: “Qualcuno verrà a parlare in Aula”. Più diretto il presidente del Senato Ignazio La Russa, che denuncia un “attacco alla presidente del Consiglio”. E ai cronisti che gli chiedono se ci sia uno scontro, risponde senza esitazioni: “Senz’altro con chi ha fatto l’esposto, sì!”.

L’esponente in questione è l’avvocato Luigi Li Gotti, ex senatore e storico legale di pentiti di mafia, che replica con gelida indifferenza: “Non dedico un secondo a quanto detto da La Russa. Sono stato oltre vent’anni sotto minaccia di Totò Riina che voleva la mia morte, figuriamoci se mi preoccupo di queste parole, anche se arrivano dalla seconda carica dello Stato. Per me sono qualificabili a livello di un fiato”. Insomma, il clima politico si arroventa sempre di più, con il Parlamento trasformato in un ring e l’ennesima bufera che rischia di travolgere il governo.