Paternò. Sulle dimissioni il sindaco Naso smentisce (forse) se stesso

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Nino Naso, sindaco di Paternò

di Andrea Di Bella

Il sindaco di Paternò Nino Naso smentisce. Smentisce l’ipotesi di dimissioni dalla carica di primo cittadino; ipotesi oggetto di una pubblicazione di Freedom24 lanciata ieri e che ha fatto saltare tutti per aria. Naso ha smentito quanto pubblicato attraverso un’intervista al telegiornale dell’emittente locale Ciak Telesud, ribattendo che le dimissioni sarebbero – a suo dire – soltanto l’idea di qualche “millantatore”. Ora, avendo pubblicato noi e altri la notizia-indiscrezione secondo cui il sindaco Naso avrebbe pensato di lasciare, dovremmo in via teorica ritenerci noi i “millantatori”, i divulgatori di falsità e via discorrendo. Non è così. L’ipotesi delle dimissioni del sindaco Nino Naso, in via metaforica non vuole essere affatto un colpo di pistola sparato per aria. In realtà tale circostanza ci è stata confessata in camera caritatis da un soggetto politico molto vicino al sindaco – che ci ha pregato di voler restare anonimo – riferita come un’ipotesi molto concreta che il sindaco avrebbe iniziato a valutare nell’imminenza dell’ultimo Consiglio Comunale, forse subodorando come sarebbero potute andare le cose: niente maggioranza (solo 7 consiglieri su 24), isolamento politico dentro e fuori Paternò, e tutto il resto. La corsa alla smentita, dunque, è da intendersi come un urgente tentativo di non agitare più del dovuto le acque di un mare in fortissima tempesta. Dunque, il sindaco smentisce (forse) se stesso, dato che l’ipotesi ventilata delle sue dimissioni come atto simbolico estremo l’avrebbe avanzata egli stesso a colui il quale l’ha rivelata segretamente fuori dal palazzo, fino a giungere a noi.

Sempre nell’intervista, Naso fa riferimento anche all’eventualità (tutt’altro che remota) che possa giungere in Consiglio una mozione di sfiducia formale all’indirizzo del capo dell’Amministrazione Comunale. I numeri, ad oggi, sembrerebbero favorevoli: 15 voti (sicuri) per portare la mozione in Assise, 17 per passare e mandare a casa sindaco, assessori e consiglieri comunali, spedendo in anticipo i paternesi alle urne (nell’eventualità non fosse altra Autorità a stabilire tale circostanza). Guarda caso ad oggi sarebbero proprio 17 i consiglieri in opposizione al sindaco che siedono a Palazzo Alessi. Quanti di questi siano davvero intenzionati alle conseguenze di una vera sfiducia consiliare non è dato sapere; ciò che si sa è che sulla carta i numeri ci sono. E di questo Naso è perfettamente consapevole.

Tanto è il nervosismo, che il sindaco durante l’intervista rilasciata alla collega Mary Sottile torna indietro addirittura di due anni, dichiarando che lui è stato eletto democraticamente nel 2022 per un secondo mandato, superando le liste a suo sostegno. Tutto vero, e quindi? In due anni, ma anche in uno o perfino in sei mesi: cambiano Governi Nazionali, cambiano maggioranze parlamentari, si dimettono leader di partito, se ne eleggono di nuovi, si instaurano guerre, cambia il mondo. In questo Paternò rappresenterebbe un granello di sabbia in un deserto infinito. E poi, vero è che il sindaco è stato eletto, ed i consiglieri? Per il sindaco Naso forse questi ultimi vengono scelti per sorteggio? Sono anche e soprattutto loro eletti dal Popolo, ed il Consiglio Comunale è universalmente più importante perfino dell’Amministrazione Comunale, proprio per via del meccanismo da cui origina la loro formazione: il Governo della città è nominato, il Consiglio è eletto dal Popolo.

Infine, una domanda: sarebbe disposto il sindaco a mandare davvero tutti a casa e a ricandidarsi domani mattina? Sarebbe davvero convinto di riuscire a tornare in sella? E poi, dato che parla di consiglieri comunali che “hanno cambiato casacca”, perchè non fare i nomi di questi ultimi? Perche non andare a fondo e spiegare davvero le cose come stanno alla città? In attesa che il sindaco si decida a rispondere adeguatamente alle domande, quelle giuste, ribadiamo quanto già pubblicato ieri. E cioè che tra le strade da percorrere anche nell’immediato futuro resta quella delle dimissioni da primo cittadino, forse prima di essere sfiduciato malamente dall’Assise Civica.