Il “Premierato” passa al Senato. Non vince solo Meloni ma tutti gli italiani

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Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

di Andrea Di Bella

L’approvazione della Riforma del “Premierato” ieri in Senato, che adesso passa alla Camera dei Deputati, rappresenta una pagina gloriosa e indubbiamente innovativa nella storia politica italiana, segnando una svolta epocale voluta con ferma determinazione dal Governo del Centrodestra guidato da Giorgia Meloni, che con la sua visione chiara e il suo impegno incrollabile, ha portato avanti questa Riforma con l’intento di offrire all’Italia una stabilità politica di cui ha disperatamente bisogno. In un Paese segnato da decenni di Governi effimeri e fragili, questa Riforma rappresenta una luce di speranza, promettendo un futuro di continuità e solidità governativa.

La Riforma del “Premierato” propone l’elezione diretta del Presidente del Consiglio da parte dei cittadini, per un mandato quinquennale, rompendo con le tradizioni del passato e aprendo la strada a una nuova era di responsabilità e trasparenza. Questo non è solo un cambiamento procedurale, ma una trasformazione radicale che restituisce il potere al popolo, garantendo che la voce dei cittadini sia la forza trainante della politica italiana.

Tuttavia, è con un misto di stupore e delusione che si osserva l’atteggiamento ostinatamente contrario delle opposizioni del Partito Democratico e del Movimento Cinquestelle. Nonostante l’evidente necessità di riformare un sistema politico inefficiente e instabile, queste forze politiche sembrano accecate da un immobilismo incomprensibile, opponendosi a una Riforma che potrebbe finalmente offrire all’Italia la stabilità di cui ha bisogno per prosperare. È come se fossero più interessate a mantenere lo status quo, piuttosto che abbracciare un cambiamento positivo e necessario.

La bellezza di questa Riforma risiede anche nella sua capacità di guardare al futuro, proponendo un sistema elettorale che assicuri al premier eletto una maggioranza parlamentare stabile, con un premio di maggioranza che garantisca il 55% dei seggi alle forze vincenti. Questo meccanismo è pensato per evitare le paralisi politiche e garantire che il governo possa attuare il proprio programma senza continue interruzioni e crisi.

Il percorso che attende la Riforma è ancora irto di ostacoli e richiede passaggi delicati e complessi. Dopo l’approvazione in Senato, il testo dovrà passare al vaglio della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, e successivamente all’Aula della Camera. Essendo una modifica di rango costituzionale, l’iter dovrà ripetersi dopo una pausa di almeno tre mesi, con ulteriori votazioni in entrambe le Camere. Se non si raggiungerà una maggioranza di due terzi, sarà necessario un Referendum confermativo, che potrebbe tenersi nel 2025.

Il “Premierato” non sarebbe solo una conquista politica per il Governo Meloni, ma un trionfo della Democrazia e della volontà popolare. Sarebbe un passo coraggioso verso un’Italia più forte e più stabile, capace di affrontare le sfide del futuro con determinazione e unità. Mentre le opposizioni continuano a opporsi per motivi che sfuggono alla comprensione logica, il Centrodestra dimostra una visione lungimirante e un impegno sincero verso il progresso e la stabilità del nostro Paese.