Ilaria Salis eletta a Bruxelles il vero scandalo del voto europeo

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Ilaria Salis, attivista anti-fascista, eletta all’Europarlamento con Alleanza Verdi-Sinistra.

di Andrea Di Bella

Diciamolo con assoluta franchezza. L’elezione di Ilaria Salis al Parlamento Europeo da parte di Alleanza Verdi-Sinistra Italiana non può che essere vista come un errore madornale e forse anche come una presa in giro dell’elettorato italiano. La sua candidatura non è solo un azzardo politico, ma un chiaro segnale della mancanza di giudizio e di serietà da parte del partito che l’ha sostenuta.

Salis, attivista da tutti definita antifascista – e già questo basterebbe per caratterizzare perfettamente il personaggio – nota più per le sue vicissitudini giudiziarie che per un qualsivoglia contributo politico costruttivo, è attualmente coinvolta in un processo in Ungheria per aggressione a militanti neonazisti, rischiando una condanna fino a 24 anni di carcere. Questo non è un caso isolato, perché la sua storia è costellata di accuse e condanne che includono resistenza a pubblico ufficiale, accensioni ed esplosioni pericolose, e invasioni di edifici. Con un simile curriculum, la sua idoneità a rappresentare l’Italia in una delle più importanti istituzioni democratiche europee è quantomeno discutibile.

Ma ciò che è davvero scandaloso è che un partito come Alleanza Verdi-Sinistra Italiana abbia ritenuto opportuno proporre e sostenere la candidatura di una figura così compromessa. È una decisione che solleva gravi interrogativi sulla capacità di selezionare rappresentanti che possano effettivamente contribuire al progresso e alla credibilità dell’Italia a livello internazionale. La politica non può essere ridotta a una mera provocazione ideologica; richiede integrità, trasparenza e un impegno costante nel rispettare le leggi.

Ignazio La Russa, presidente del Senato, ha giustamente sottolineato l’assurdità di questa elezione: “Mi sembra quantomeno inopportuno che una persona con un tale passato giudiziario possa sedere nel Parlamento Europeo. Questo non fa altro che danneggiare l’immagine dell’Italia e dimostra una preoccupante mancanza di discernimento da parte di chi l’ha candidata”. Aggiungendo anche, e giustamente, che la candidatura e l’elezione di Salis a Bruxelles non vuole essere altro che il tentativo (riuscito) di fornire l’immunità parlamentare europea di cui godono tutti i membri eletti all’Eurocamera. Il presidente La Russa non è il solo a criticare; anche molte altre voci si sono levate contro questa scelta, evidenziando come la presenza di Salis a Bruxelles possa compromettere la posizione dell’Italia nell’UE.

La situazione è resa ancora più paradossale dalle condizioni in cui Salis è detenuta in Ungheria, che hanno attirato l’attenzione mediatica e politica. Tuttavia, nonostante le accuse di trattamento disumano, è fondamentale ricordare che l’attenzione dovrebbe rimanere focalizzata sulla sua colpevolezza o innocenza rispetto ai reati gravi di cui è accusata. La sua elezione non dovrebbe essere vista come una vittoria per i diritti umani, ma come un errore di valutazione politica.

La questione di fondo è semplice: un rappresentante del Popolo deve essere al di sopra di ogni sospetto? Deve incarnare i valori di integrità e rispetto della legge? La candidatura (e l’elezione) di Ilaria Salis va contro questi principi fondamentali? La politica italiana merita figure che possano lavorare con dedizione e onestà, non attivisti con un passato giudiziario problematico.

L’elezione di Ilaria Salis all’Europarlamento è un chiaro esempio di come la politica possa fallire nel selezionare adeguatamente i propri rappresentanti. L’Italia e l’Europa meritano di meglio; meritano leader che possano portare avanti politiche serie e costruttive, senza ombre sul loro passato e senza il rischio di compromettere la credibilità delle Istituzioni democratiche. La speranza è che in futuro, scelte simili vengano evitate per il bene della nostra democrazia e della nostra rappresentanza internazionale.