Immigrazione e criminalità. Meloni tira dritto e chiama l’Antimafia

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Giorgia Meloni, presidente del Consiglio

di Andrea Di Bella

Ieri 4 giugno 2024, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha presentato un esposto alla Commissione Parlamentare Antimafia, mettendo in luce le gravi implicazioni della gestione dei flussi migratori in Italia e il coinvolgimento delle organizzazioni criminali. Meloni ha dichiarato che “i trafficanti di esseri umani e le mafie stanno sfruttando la situazione per i loro scopi”, enfatizzando la necessità di un’azione concertata per combattere queste attività illecite.

L’iniziativa di Meloni si inserisce in un contesto più ampio di politiche migratorie restrittive che il suo governo ha implementato da quando è salito al potere. Meloni ha vantato una riduzione del 62% degli sbarchi rispetto all’anno precedente, attribuendo il successo alla cooperazione con i Paesi africani e alla lotta contro i trafficanti di esseri umani. Tuttavia, questa narrativa è stata contestata da molteplici fronti, inclusi esponenti dell’opposizione e analisti indipendenti.

Le critiche non si sono fatte attendere, in particolare da parte del Movimento Cinque Stelle e del Partito Democratico. Gli esponenti di questi partiti hanno accusato Meloni di utilizzare la questione migratoria come strumento di propaganda politica, senza affrontare le cause profonde del fenomeno. “Il Movimento Cinque Stelle e il Partito Democratico hanno sempre parlato di accoglienza senza mai affrontare seriamente il problema dei trafficanti,” ha dichiarato Meloni, evidenziando l’inefficacia delle politiche passate.

Secondo il M5S e il PD, le misure proposte da Meloni non solo non risolvono il problema dell’immigrazione irregolare, ma rischiano anche di peggiorare la situazione umanitaria. I critici sostengono che la stretta sui trafficanti non tenga conto della complessità delle reti criminali internazionali e che l’approccio repressivo non possa funzionare senza una cooperazione internazionale efficace. Eleonora Camilli, giornalista esperta di migrazioni, ha evidenziato come Meloni utilizzi i termini “scafisti” e “trafficanti” come sinonimi, creando confusione. “Per ‘scafista’ si intende chi è alla guida dell’imbarcazione. Il ‘trafficante’ è chi organizza i viaggi all’interno di una rete internazionale e difficilmente si imbarca per un viaggio di morte,” ha sottolineato Camilli, criticando l’approccio semplicistico del governo.

Meloni ha insistito che il governo italiano sta portando avanti un approccio serio e determinato, e ha ringraziato la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, per il supporto. “È un’Europa che dimostra di offrire un contributo chiedendo un contributo in cambio,” ha detto Meloni, riferendosi al memorandum siglato con la Tunisia, che prevede una collaborazione stretta per controllare le partenze e combattere i trafficanti.

Von der Leyen ha ribadito che “sarà l’Europa a decidere chi arriva, non i trafficanti,” e ha annunciato un piano d’azione in dieci punti per supportare l’Italia nella gestione dell’emergenza migranti. Tra le misure proposte vi sono nuove missioni navali, rimpatri più veloci e corridoi umanitari per l’immigrazione legale. Tuttavia, i critici sostengono che tali misure potrebbero non essere sufficienti a fronteggiare un fenomeno di portata così vasta e complessa.

In questo contesto, l’esposto all’Antimafia presentato da Meloni si configura come una mossa strategica per rafforzare l’immagine del suo governo come paladino della legalità e della sicurezza nazionale. Tuttavia, l’opposizione ha sottolineato che l’approccio repressivo non basta. Secondo il PD, “le politiche di Meloni rischiano di isolare ulteriormente l’Italia dal resto dell’Europa, creando tensioni con i paesi vicini e aumentando la sofferenza dei migranti.”

Mentre Meloni continua a difendere le sue politiche, gli sbarchi a Lampedusa e in altre regioni italiane purtroppo non accennano a diminuire. Negli ultimi giorni, decine di barchini sono stati soccorsi dalle motovedette della Capitaneria e della Guardia di Finanza, con migliaia di migranti trasferiti in altre località. “La situazione a Lampedusa è critica,” ha dichiarato un ufficiale della Capitaneria, “e nonostante gli sforzi, sembra che il flusso non si arresti.”

Il governo ha cercato di legare l’aumento delle pene per i trafficanti alle tragedie in mare. Carlo Nordio, ministro della Giustizia del governo Meloni, ha in passato scritto molto sulla sostanziale inutilità dell’inasprimento delle pene senza una cooperazione internazionale penale efficace. “Se vuoi fermare le partenze, devi parlare e trattare con i governi di partenza. La Libia insegna,” ha dichiarato Nordio, evidenziando le difficoltà di combattere le reti criminali senza il supporto dei paesi di origine dei migranti.

Nel frattempo, la Commissione Europea ha promesso di supportare l’Italia con missioni navali e corridoi umanitari, ma resta da vedere se queste misure saranno sufficienti a contenere il fenomeno migratorio. “Per me è molto importante essere qui oggi insieme alle autorità italiane,” ha dichiarato von der Leyen, “quella dell’immigrazione illegale è una sfida europea che richiede una risposta europea”. Intanto la questione migratoria continua a dividere l’opinione pubblica italiana e a sollevare interrogativi.

L’esposto all’Antimafia e le dichiarazioni di Giorgia Meloni rappresentano un tentativo di rafforzare l’immagine del suo governo come difensore della legalità e della sicurezza nazionale. Tuttavia, le critiche sollevate dall’opposizione e da alcuni osservatori evidenziano le sfide complesse che il governo dovrà affrontare per bilanciare sicurezza e diritti umani. Mentre l’Italia cerca di definire un nuovo paradigma nella gestione dei flussi migratori, resta da vedere se le politiche di Meloni saranno efficaci nel lungo termine o se si riveleranno solo una serie di misure temporanee senza un impatto duraturo.