“In Italia si festeggia il lavoro, come base della democrazia e mezzo di realizzazione della persona, ma la gente continua a morire per portare a casa un pezzo di pane. È insopportabile e inaccettabile”. Non usa mezzi termini Antonio Santonocito, segretario provinciale di Confsal Catania, per commentare la ricorrenza del 1° maggio. Una Festa del lavoro che, per Santonocito, rischia di perdere di significato. “Sebbene siano trascorsi circa 110 anni dalla sua istituzione, c’è ancora bisogno di sottolineare temi fondamentali per i lavoratori. Anche se talvolta si celebrano questi appuntamenti un po’ stancamente, per la ripetitività e le ritualità standardizzate”.
Secondo la Confsal nazionale – che ha indetto una manifestazione per il 1° maggio a Napoli – la dignità sul lavoro passa da alcune priorità: più salute e sicurezza, più equità retributiva, più sviluppo e occupazione. “Purtroppo restano obiettivi da raggiungere, spesso sacrificati sull’altare della produttività, dell’efficienza e del risparmio”, dice Santonocito. Quello della sicurezza, osserva, è il tema più urgente. “Ogni giorno assistiamo ad annunci di morti sul lavoro. Spesso per un impiego sottopagato, oltre che precario”.
Da qui l’importanza di lottare per condizioni di lavoro adeguate. “Spesso i Contratti collettivi nazionali non vengono rispettati. In molti casi si applicano contratti pirata, che non sono riconosciuti dal Cnel poiché prevedono paghe più basse del dovuto”. Da non sottovalutare, aggiunge il segretario di Confsal Catania, i rischi dei lavori in subappalto. “Chi cede “pezzi” di appalti deve guadagnarci qualcosa. Chi poi deve nei fatti eseguire i lavori, per rientrare nei costi, risparmia sui materiali, sulla sicurezza e sulla paga oraria”.
Temi di fronte a cui il sindacato non è rimasto con le mani in mano. “Negli ultimi mesi ci siamo spesi compiutamente, sia nelle manifestazioni delle diverse categorie che in vari incontri con il Governo. Queste tematiche, in ogni caso, restano alla base del nostro impegno quotidiano”. Uno sforzo che continuerà al di là delle “feste comandate”, assicura Santonocito. “Auspichiamo un 1° maggio di impegno vero, affinché il lavoro non sia solo un modo di portare lo stipendio a casa ma una condizione di sviluppo, impegno, realizzazione della persona in sicurezza e nel rispetto delle regole. C’è ancora un domani da conquistare”.