di Redazione
Potrebbe essere definito il day after, il giorno dopo. A seguito dell’ufficializzazione dei nuovi nomi della Giunta guidata dal sindaco Nino Naso, gli equilibri in Consiglio Comunale potrebbero essere mutati irrimediabilmente e sarebbero, al momento, tutti sfavorevoli per il sindaco. Anzitutto perchè tutti gli assessori potrebbero essere definiti “tecnici”, ad eccezione di Andrea Lo Faro, riconfermato dal primo cittadino nel suo ruolo di assessore ed unico rappresentante politico in seno all’Amministrazione, ovvero del Movimento dell’Autonomia, partito dello stesso sindaco e di quattro consiglieri comunali: Marco Tripoli (anche presidente dell’Assise Civica), Luigi Gulisano, Salvatore Malerba e Roberto Faranda. Ma quanto questi ultimi si sentono rappresentati, oggi, da Lo Faro in Amministrazione?
Prima della baraonda scatenata dall’operazione della Procura di Catania “Athena”, che ha mosso pesanti accuse nei confronti di ex assessori e dell’attuale sindaco Nino Naso, ad oggi iscritto nel registro degli indagati per voto di scambio politico-mafioso e su cui pende il giudizio del Tribunale del Riesame – che sta valutando in questi giorni il ricorso presentato dai procuratori etnei che vorrebbero per lui ed altri soggetti la misura cautelare di detenzione in carcere – erano in piedi alcune ipotesi su un imminente rimpasto che sarebbe dovuto avvenire in tempi brevi e che avrebbe visto, tra gli altri, il coinvolgimento proprio dei consiglieri Malerba e Faranda in un turnover in Giunta, con l’assegnazione del ruolo assessoriale per un anno e mezzo ciascuno fino al 2027, con le dimissioni di uno dei due e l’ingresso di Luca Zingale in Consiglio, in quanto attuale primo dei non eletti in Consiglio Comunale per la lista “Nino Naso Sindaco”. Questo ed altri ragionamenti, compreso quello definitivamente sfumato di una fantomatica ricucitura dei rapporti con i cosiddetti “sammartiniani” in Consiglio, sono stati superati come detto dall’inchiesta della Procura di Catania e dal conseguente correre del sindaco che ha ritenuto di proseguire (senza precauzioni) la sua attività politico-amministrativa, cambiando però strategia: una Giunta non più politica ma quasi del tutto tecnica, con personalità da lui ritenute “di alto profilo”, pescate nella cosiddetta società civile.
IL RUOLO (IGNORATO) DEL CONSIGLIO COMUNALE – Al sindaco Nino Naso, durante la cerimonia di ufficializzazione dei nomi dei tre nuovi assessori che si aggiungono ai tre “vecchi”, ad una domanda dei giornalisti relativamente gli equilibri in Consiglio Comunale ed all’assenza conclamata di una maggioranza politica che gli permetta di navigare serenamente, ha risposto con un chiarissimo “Ma quale maggioranza…”, come a ridimensionare in modo definitivo il ruolo del Consiglio Comunale, ingigantendo contemporaneamente il proprio, straripante e a tratti assoluto. Consiglio Comunale che, lo ricordiamo in questa sede, ad oggi è totalmente “snaturato” rispetto al risultato elettorale venuto fuori dalle Amministrative del 2022. E non solo. Attualmente, i nove consiglieri di Fratelli d’Italia più i cinque riconducibili all’area del parlamentare regionale Luca Sammartino (e all’ex vicesindaco Ignazio Mannino), hanno ufficialmente e pubblicamente chiesto le dimissioni del primo cittadino. A questi potrebbero essere aggiunti altri consiglieri che in privato non disdegnano commenti al vetriolo nei confronti di chi oggi, nonostante tutto, governa la città. Da qui un’ipotesi non del tutto peregrina, vale a dire quella di una sfiducia consiliare che potrebbe presto approdare in Consiglio Comunale e che potrebbe anche trovare i voti necessari quantomeno per la sua discussione in Aula. Il che porterebbe ad un inevitabile innalzamento della temperatura nel quadro politico paternese, già irrimediabilmente compromesso dalle vicende giudiziarie emerse. Il pallottoliere parla chiaro: la maggioranza adesso è l’opposizione, con 15 consiglieri. A sostegno del sindaco Nino Naso vi sarebbero solo 8 consiglieri, più uno in bilico.