Con percentuali record che sfiorano il 90%, Vladimir Putin ha adesso davanti a sé il quinto mandato da presidente della Federazione Russa dopo già 24 anni trascorsi al potere, l’orizzonte ora è il 2030. Secondo diversi exit poll e con lo scrutinio dei voti già a buon punto, il capo del Cremlino in carica (e ricandidato) si è aggiudicato tra l’87% e l’89% delle preferenze, con gli altre tre candidati definiti da molti “candidati-comparsa”, praticamente schiacciati. Il comunista Nikolai Kharitonov, in seconda posizione, si è fermato al 4,7%, quello di Gente Nuova, Vladislav Davankov, al 3,6% e quello del Partito liberaldemocratico Leonid Slutsky al 2,5%. I tre giorni in cui si sono svolte, per la prima volta, le consultazioni hanno dato i risultati sperati anche in termini di partecipazione, secondo i dati ufficiali. L’affluenza alle urne è stimata ad oltre il 73%, rispetto al 67,5% registrato nelle precedenti presidenziali, nel 2018. Si attende ancora il dato del voto elettronico.
LE PAROLE DEL MINISTRO DEGLI ESTERI ITALIANO ANTONIO TAJANI – “Le elezioni in Russia non sono state né libere né regolari e hanno riguardato anche territori ucraini occupati illegalmente. Continuiamo a lavorare per una pace giusta che porti la Russia a terminare la guerra di aggressione all’Ucraina nel rispetto del diritto internazionale”, ha scritto su X il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani
LE REAZIONI INTERNAZIONALI – Sull’esito delle elezioni presidenziali in Russia arrivano le prime reazioni internazionali. Il presidente ucraino Zelensky ha definito “senza alcuna legittimità” il voto russo che ha coinvolto anche le regioni occupate dall’invasione del febbraio 2022. “Putin è un ubriaco di potere e sta facendo tutto il possibile per regnare in eterno e non c’è male che non commetterà per prolungare il suo potere personale”, il commento del leader di Kiev. Sulla stessa linea il commento secco dalla Casa Bianca secondo cui “le elezioni presidenziali in Russia non sono ovviamente né libere né giuste”.